Il regista horror Jonathan Zarantonello di The Butterfly Room, film che vede per protagonista Barbara Steele, una delle icone del cinema degli anni '70, ci racconta del suo ultimo film e della sua carriera
Jonathan Zarantonello: semper fidelis all’horror, in tutte le sue sfumature. Il suo ultimo film si chiama The Butterfly Room e vede come attrice protagonista una delle icone del cinema horror italiano degli anni '70: Barbara Steele. Dopo l'esordio con Medley che ha trovato una distribuzione negli USA, come capita a molti registi italiani di genere, dirige Uncut. A distanza di qualche mese dall'uscita nelle sale del suo ultimo film Jonathan ci rilascia un'intervista come testimone di un cinema sconosciuto a molti, ma che esiste e che si fa sentire sempre più vivo.
L'anno scorso, se pur a fatica e con spazi ristretti, alcuni film di genere italiani sono riusciti ad uscire nelle sale compreso il tuo The Butterfly Room. Pensi che sia un passo positivo e che quest'anno si ripeterà?
Certo che è un passo positivo, ma temo che nessuno di quei film abbia neppure recuperato i costi di produzione, se non di distribuzione, per cui temo non ci sarà alcuna evoluzione. Se si ripeterà, sarà nuovamente per la forza di volontà dei registi, non perché ci sia un mercato vero.
Nel tuo The Butterly Room c'è stata la straordinaria partecipazione di Barbara Steele dopo anni che non faceva un film horror italiano. Hai deciso di chiamarla proprio perché ha un legame significativo con il cinema horror italiano del passato? È stata da subito disponibile?
È una delle poche donne al mondo che a quell’età abbia ancora tutta quell’energia e la capacità di interpretare con la sua intensità un personaggio malvagio e vigoroso come Ann di Butterfly Room! Ho chiacchierato a lungo con Barbara del film e del suo ruolo e abbiamo lavorato assieme alla sceneggiatura per renderla ancora più appropriata alla regina del Gotico.
Sempre parlando del cast di questo tuo ultimo film, molti attori provengono da successi horror americani la cui carriera però non è stata così attiva fino a oggi. La tua scelta ha voluto essere una sorta di omaggio?
Sì, ma un omaggio che hanno fatto loro a me, vederli nel piccolo monitor sul set e poter dire “action” e “stop” è stato come entrare in uno dei film horror degli anni 80, con i quali sono cresciuto.
Medley, il tuo esordio, un horror comico girato nel 2000 e distribuito per la prima volta prima su internet e poi in sala dalla statunitense Troma. Com'è successo che dei distributori americani si siano interessati a un esordio italiano?
Gli ho mandato un vhs (sì, era il 1999…), a loro il film è piaciuto e hanno deciso di distribuirlo. In alcuni paesi funziona così!!!
Continuerai con l'horror o il tuo prossimo progetto tenderà su un versante diverso?
Semper fidelis all’horror, in tutte le sue sfumature.
Dopo gli studi qui in Italia ti sei trasferito negli USA. Molti giovani italiani cercano il cinema all'estero, alcuni tornano, altri no. A oggi in base alla tua esperienza che tipo di testimonianza potresti dare a chi è indeciso se andare o meno all'estero a studiare/fare cinema?
Di andarsene il più in fretta possibile, senza guardarsi indietro. In Italia non c’è speranza e dopo la libertà, la salute, la speranza è ciò che dà dignità ad una persona. Vivere lavorando a progetti nei quali non si crede, essendo sfruttati e non venendo mai pagati, sopportando che il merito e la passione vengano calpestati ogni giorno, è vivere senza dignità. Ci sono paesi civili nei quali tutto ciò non accade!
Da quest'anno la pellicola sparisce definitivamente dalle sale, una scelta imposta soprattutto dall'industria hollywoodiana. Con il digitale diminuiscono parecchi costi anche se per il momento molte sale hanno problemi nel passaggio alla digitalizzazione. È anche vero che però son sempre più le persone che iniziano a collezionare super8 o che decidono di usare ancora la pellicola per le fotografie in quanto le possibilità che ti dava la vecchia grana oggi anche se si cercano di riprodurre quegli effetti in post non saranno mai come quelli di una volta. Come vedi questo tipo di cambiamento?
Positivo! Sono costi inferiori soprattutto per gli indipendenti, a Hollywood girare con la Red, o con il 35mm non influisce molto sul budget da 100 milioni. Le immagini che cattura la Red (e altri apparecchi simili) sono seppure diverse dal 35mm, di sicuro non inferiori. Sono contento di aver fatto esperienza su tutti i supporti (8, 16 e 35), ma non tornerò mai alla pellicola.
Se dovessi fare un sunto degli aspetti positivi o negativi del nostro cinema nel 2013 da autore indipendente che sei cosa diresti?
Non ci sono aspetti positivi, perché non esiste un cinema indipendente in Italia. Se un prodotto non incassa un euro più di quanto è costato non può essere considerato prodotto di un’industria, o di un’impresa quale il cinema dovrebbe essere, quindi non esiste.
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