Il governo americano ha chiesto il fermo del regista Roman Polanski, ricercato dal 1977 per stupro su minore, ma il portavoce del ministero di giustizia polacco ha deciso di lasciarlo libero
Non c’è pace per Roman Polanski: mentre il regista si trovava a Cracovia, una nuova richiesta di arresto è arrivata dal governo americano. Sono ormai quasi quarant’anni che Polanski è ricercato dagli Usa in seguito alla condanna per abuso su una minorenne, Samantha Gailey, che aveva tredici anni all’epoca dello stupro perpetrato da Polanksi nella villa losangelina di Jack Nicholson durante un party nel 1977.
Oggi lei afferma esplicitamente di perdonarlo. Ma a conti fatti, Polanski non ha ancora scontato nessuna condanna statunitense pur essendosi dichiarato colpevole, ed è per questo ancora ricercato dalle autorità giudiziarie americane. Scoperta la sua presenza in Polonia, dove Polanski si trovava in occasione dell’inaugurazione di un museo ebraico, il governo a stelle e strisce ne ha chiesto il fermo. Secondo quanto riportato dalla BBC, Polanski è stato ascoltato da Mateusz Martyniuk , il portavoce del ministero della giustizia polacco, che però ne ha stabilito quasi immediatamente il rilascio, dal momento che mancava una domanda formale di estradizione.
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Per ora, quindi, Polanski è ancora un uomo libero in Polonia, luogo a cui è profondamente legato anche perché è stata proprio la sua fuga dal ghetto di Cracovia, nel 1943, ad avere ispirato il suo film più famoso, Il pianista, per cui ha vinto l’Oscar come miglior regista. Comprensibile, allora, che ci tenesse a non mancare all’inaugurazione del museo; inoltre, gira voce che è proprio qui che Polanski ha intenzione di girare il suo prossimo film, benché le premesse, a questo punto, non siano delle più favorevoli.
Il regista non è nuovo a una simile scomoda situazione: il caso più eclatante avvenne nel 2009, quando, arrivato in Svizzera per ritirare il premio alla carriera al Festival del Cinema di Zurigo, venne arrestato, trattenuto due mesi in prigione e in seguito messo agli arresti domiciliari, ma grazie a proteste da parte della Francia (Polanski è cittadino francese) e di una larga fetta di artisti, politici e colleghi, la sua estradizione venne negata all’America e Polanski tornò libero. Finirà mai questa caccia all’uomo?
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