Ritratto di Rita Andreetti
Autore Rita Andreetti :: 21 Ottobre 2016

Un’idea geniale o un sistema educativo insolito? Dalla Cina un nuovo reality a seguito di politici corrotti in procinto di essere condannati

La CCTV, televisione nazionale cinese, prova a dare testimonianza della battaglia in corso nel Paese contro la corruzione, che macchia le linee governative e di Partito a qualunque livello. E quale miglior modo per dare prova della fermezza del segretario se non documentandola passo passo tramite un reality show, tra i prodotti più amati dal pubblico cinese?

Always on the Road è una co-produzione tra CCTV e il Central Commission for Discipline Inspection (CCDI), il cane da guardia del Partito che ultimamente è diventato il grande terrore dei politici corrotti. Dei 336.000 casi di malandrini pizzicati dal CCDI, ora una accurata selezione finirà nelle case dei cinesi.

Il primo degli otto episodi in programma è andato in onda il 16 di ottobre, e nella sua versione online ha già raccolto 15.6 milioni di click! L’episodio di circa 40 minuti, ha raccontato le malefatte di tre “tigri” (sono così definiti i politici corrotti): Ban Enpei, su cui pende addirittura una condanna a morte sospesa, Zhou Benshun dalla provincia dello Hebei, in attesa di giudizio, e Li Chuncheng condannato a 13 anni nel 2015.

Ban Enpei e consorte negli oltre dieci anni di servizio nella provincia dello Yunnan hanno costruito un enorme impero. “Gli uomini d’affari vivevano in ville fantastiche e guidavano auto di lusso – alcuni avevano addirittura dei jet privati. Ricordo che volevo anche io una vita così, ed ecco che in questo modo il mio pensiero è cambiato”, così si rivela alla telecamera il politico. Ma il suo desiderio è andato ben oltre, al punto che ai servizi della CCDI sono serviti 10 giorni per fare l’inventario dei lucrosi bottini nascosti nella villa di Ban Enpei, tra cui gioielli di giada, tè pregiati e mobilio di valore.

Zhou Benshun aveva invece un ruolo di tramite tra investitori nell’edilizia e il governo, accelerando la concessione dei permessi. In cambio, ha garantito all’attività del figlio una solida base economica, tra cui anche un “prestito” di 10 milioni di Yuan; e ovviamente, a se stesso ha concesso una villa di 800 metri quadri, una segretaria, un’autista, due cuochi, due cameriere, pagate pure con stipendi da fame.

Prossimamente, gli spettatori di Always on the Road assisteranno alle storie di altri 10 condannati, dove le testimonianze degli investigatori si mescolano alle riprese dirette.

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Il tema in Cina è molto attuale e un tasto estremamente dolente; la giunta di Xi Jinping dal 2012 si adopera giorno e notte per “epurare” da questo cancro le fila del Partito e il reality ha tutte le sembianze di voler premiare il lavoro in corso e darlo in pasto ad una opinione pubblica già largamente infuriata. Il CCDI afferma che le reazioni sono state positive.

Dubito che altri Paesi potranno mai prendere ad esempio questo format, data la flessibilità con cui si tratta la privacy in Cina e la prelazione che il Governo adopera indiscutibilmente su tutto e sulle stesse leggi da lui emanate…

La prima puntata di Always on the Road (in lingua originale)

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