Ma tu mi vuoi bene? di Piermaria Cecchini
Ma tu mi vuoi bene? di Piermaria Cecchini: verso la terra d'origine dei sentimenti, la Puglia, il Salento, i profumi e la luce del cuore
Ma tu mi vuoi bene? di Piermaria Cecchini: verso la terra d'origine dei sentimenti, la Puglia, il Salento, i profumi e la luce del cuore...
Il film d'esordio di Piermaria Cecchini fa un balzo nel presente guardando il passato, della propria terra, la Puglia salentina, di un paese come Presicce Acquarica, dove il protagonista si aggira riconoscendo gli odori e i sapori indimenticabili di quell'infanzia ormai lontana, abbandonata in fretta in cerca di quel successo "fuori" e "lontano" dalla propria terra di origine.
La sceneggiatura è tratta iberamente dall’omonimo romanzo di Marco Tregioli che vien voglia di leggere per vedere come Cecchini abbia lavorato sulle parti di immaginario legati alla terra salentina.
Il protagonista Lorenzo interpretato da Paolo Bernardini non dovrebbe neanche guardarsi indietro, vive una condizione lavorativa di "successo", come si direbbe, nel settore del marketing e grazie alle sue innate doti ha una grande capacità comunicativa, soprattutto con le donne. Tutti punti a favore che però vediamo svanire di fronte al panorama famigliare.
Il fratello di Lorenzo, in particolare, ha una famiglia, appare ben diverso dall'uomo affascinante che è Lorenzo, ma soprattutto ha qualcosa da reclamare, accusando Lorenzo addirittura di pensare più a se stesso durante il funerale della madre, quando si aggiusta i capelli...
Insomma, per la famiglia Lorenzo è un "superficiale" che pensa solo a se stesso ed anche le donne alla fine pensano questo e non si aspettano altro da lui, se non una notte infuocata di sesso...
Il padre di Lorenzo è invece convinto che ogni cosa abbia il suo perché, pure se la moglie è appena morta in fondo quando poteva godersi la pensione...
Sarà prorpio una frase della madre, ricordata da Lorenzo, a far riflettere tanto a 360°. Quel "Ma tu mi vuoi bene?" lo diceva una madre ad un figlio che vedeva sempre preso in tante cose. E adesso è Lorenzo a fare i conti con questa frase, come se rimbalzasse contro di lui, in modo inaspettato, in bocca all'ennesima partner sulla quale nutriva delle speranze...
Questa frase è diventata impronunciabile... Perché sono tutti convinti che lui, Lorenzo, non possa voler bene a nessuno?
Questo in sintesi il bel percorso di un film d'esordio che è, per fortuna, lontano dagli stilemi convenzionali di certo cinema di grandi autori italiani. Viene subito da pensare un parallelo con l'ultimo film di Martone, Nostalgia, dove entra in campo quella nostalgia fatale per un'altra terra, Napoli, ma qui non ci sono pezzi grossi dell'industria cinematografica italiana.
Appare tutto fatto in famiglia, in maniera genuina, così come tanti interpreti cosi vari ed insoliti... facce nuove, insomma, per dirla fuori dai denti.
L'esordio di Piermaria Cecchini può far pensare al cinema vivido e viscerale di Edoardo Winspeare (Pizzicata, 1996) con le note e i suoni della Pizzica che aprono e chiudono le danze, il film. Lo consideriamo un buon segnale per un cinema italiano che ha bisogno di nomi nuovi, di tentativi, non importa se zoppicanti, poiché tale visceralità porta sempre a buoni frutti.
Voto della redazione:
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