Ritratto di Marco Rovaris
Autore Marco Rovaris :: 24 Settembre 2014

Hollywood è in preda al passaggio da pellicola a digitale, ma si parla poco dell'archiviazione e della conservazione dei film. Quanto costa passare da una bobina sullo scaffale a un master digitale? Come si forma una digital library? E cos'è il DCP?

Pellicola VS digitale

Tra le tante questioni che riguardano il passaggio dalla pellicola al digitale nel cinema, ci si era scordati del problema dell'archivio dei film e del fatto che a Hollywood, per esempio, un filmmaker non può registrare il copyright se non iscrivendo il film alla Library of Congress, che conserva ben 123 anni di storia del cinema nel suo spazio da 45 acri, il Packard Campus for Audio Visual Conservation, situato a Culpeper. Così, mentre ormai il 95 % delle sale cinematografiche ha già convertito gli schermi alla proiezione digitale e un numero sempre più alto di pellicole nasce direttamente in tale formato, la Library e altri depositi si trovano a fare i conti con la necessità di archiviare i prodotti tramite byte e non più su scaffali.

La Paramount, a gennaio, è diventata la prima grande casa di produzione a optare per la sola distribuzione digitale negli Stati Uniti e gli altri studios si stanno arrabattando per fare lo stesso. Al contempo il suo film The Wolf of Wall Street è stato il primo a essere distribuito esclusivamente in formato digitale lo scorso dicembre, pur dovendo presentare alla Library una copia in 35mm. Hollywood sta facendo pressioni alla Library affinché questa accetti, al posto delle pellicole, il set di file per computer conosciuto come Digital Cinema Packages (DCPs), che gli studios mandano alla maggior parte dei cinema al posto delle vecchie pizze. Ognuno di questi file è criptato, oltre che per prevenire la pirateria, in modo da venire proiettato nel proiettore di un determinato teatro, determinate volte per un determinato periodo.

Già nel 2007 l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences pubblicò uno studio decisivo, The Digital Dilemma, dove filmmaker, curatori ed executive discutono su nuovi possibili standard di produzione e conservazione di film in digitale. Laddove il digitale costa meno in fase di produzione, infatti, il costo per conservarlo è molto più alto rispetto alla vecchia celluloide. Il DCP di cui sopra, con meno di 100 dollari, si crea e si spedisce a un cinema, mentre la pellicola ne richiede almeno 1.000 per la stessa operazione; d'altro canto il costo annuo per il master digitale di un film è stimato intorno ai 12.500 dollari, 11 volte in più rispetto alla pellcola. Lavori in corso...

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