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Autore Rosa Maiuccaro :: 20 Ottobre 2014

Il seducente thriller di Hossein Amini "I due volti di gennaio" con protagonisti Kirsten Dunst, Viggo Mortensen e Oscar Isaac è vittima al botteghino di una stagione cinematografica che fa fatica a decollare

Kirsten Dunst

È tempo di vacche magre per il box office italiano che non riesce a respirare neanche questo weekend, confermando il trend negativo di questo inizio di stagione. Gli italiani non vanno al cinema né quando si tratta di vedere le ultime trovate di Paolo Ruffini in Tutto Molto Bello né quando è di scena un trio favoloso come quello formato da Viggo Mortensen, Kirsten Dunst e Oscar Isaac. Dopo la premiere alla Berlinale, I due volti di gennaio, opera prima del regista iraniano Hossein Amini, ha debuttato nelle sale italiane senza trovare grande riscontro da parte del pubblico. Meno di 400.000 euro nel suo primo weekend di uscita, questo il suo magro bottino. Un vero peccato non soltanto per il fascino dell’omonimo libro di Patricia Highsmith, da cui è tratto il film, ma soprattutto per i fantastici attori protagonisti. La coppia Dunst-Mortensen si candida di diritto agli Oscar dell’eleganza mentre Oscar Isaac si conferma in stato di grazia dopo la spinta propulsiva che i fratelli Coen hanno dato alla sua carriera con il film A Proposito di Davis. L’attore guatemalteco si distingue infatti nel ruolo di una subdola guida che agirà come elemento disturbatore del precario equilibrio di coppia dei coniugi MacFarland.

Un debutto alla regia molto promettente quello del talentuoso sceneggiatore Amini che confeziona un seducente dramma della gelosia, un thriller multicolore intriso di paura e violenza ma anche di inganno e inquietudine. Atene, Creta e Istanbul sono lo scenario perfetto per il duello tra due uomini bramosi di sesso, denaro e attenzione e il tormento di una donna irrequieta. La critica lo ha accolto positivamente definendolo generalmente “un classico thriller hitchcockiano”, “un affascinante

intrigo sessuale”, “un adattamento cinematografico ben scritto e realizzato con un’estetica vintage”. Purtroppo anche al box office americano il film ha racimolato pochi spiccioli, confermandosi un flop con soli 4 milioni di dollari all’attivo sommando gli incassi di tutto il resto del mondo. E dire che la Dunst si preoccupava di essere l’unica donna del cast: “Il principale dilemma legato al mio ruolo era quello di interpretare una donna oggetto, che diventa l’elemento di tensione tra due uomini. Non mi piacciono i film con un cast tutto al maschile”. L’attrice statunitense naturalizzata tedesca avrebbe fatto meglio a preoccuparsi di altro così come il regista e soprattutto la Magnolia Pictures. Pur trattandosi di un film a low-budget i risultati sarebbero stati quasi sicuramente migliori se fosse stato pubblicizzato in maniera più incisiva. Una volta tanto la colpa non è da imputare alla pigrizia del pubblico nostrano.

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