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Autore Eleonora Gasparotto :: 24 Aprile 2014

Nymphomaniac, lo scandalo positivo di Lars Von Trier dà il via alla moda dei generi porno ed erotico

Nymphomaniac

Nymphomaniac: quando il genio è sregolatezza, quando il genio è ribellione e provocazione. Un regista capace di dividere sempre la critica, un regista che o lo si ama o lo si odia e di certo il suo ultimo lavoro non delude le aspettative di amici e nemici. Lars Von Trier lo aveva annunciato: avrebbe fatto un film porno, e fu subito scandalo. Con una durata di ben quattro ore bisogna ammetterlo, Lars non stanca nemmeno un secondo, riesce a stupire anche quando la situazione sembra prendere una piega scontata, un continuo imbroglio che però segue la stessa scia che le parole del regista danese avevano lasciato dietro di sé. Von Trier voleva, senza smentirsi, provocare chi lo reputa un idiota, un insano di mente che fa film secondo un suo dogma dettato dall'eccentrico senso del fare dell'artista contemporaneo.

Un film come Nymphomaniac più che un porno ha il sapore dell'erotico, dimostrando come ci sia un'assenza di pellicole di qualità dei due generi che fin troppo spesso vengono uniti e scartati a causa del luogo comune, quando in realtà la differenza sostanziale sta che il secondo è caratterizzato da tutta una serie di emozioni e introspezioni psicologiche dei personaggi e prevede una sottile linea voyeuristica del vedo non vedo che rende la sessualità non troppo esplicita e dai tratti artistici che ricadono sulla scelta fotografica e scenografica, di costumi e inquadrature, di situazioni e recitazione.

Come se non bastasse Lars se la ride nel veder rilanciati i due generi, infatti sembra ormai essere una moda internazionale che si sta affermando anche in Italia, dove sia il regista Davide Ferrario che un collettivo di donne che si fanno chiamare “le ragazze del porno” hanno deciso di affrontare questo genere fin troppo sottomesso dagli stereotipi e dai cattivi prodotti che sfortunatamente lo hanno sempre caratterizzato.

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Il terreno italiano di certo non era sterile di fronte a questa tipologia, non sono da dimenticare di certo le vecchie commedie sexy all'italiana degli anni '70 e il marchio Brass che sembra essere solo un ricordo evanescente avvenuto con il decadimento dello stile del regista stesso che da anarchico surrealista è passato al misero schermo dove tutto diventa fin troppo esplicito tanto da annullare il voyeurismo che l'aveva reso il Maestro internazionale del genere erotico. Certo, Tinto può vantarsi della sua ultima fatica, il primo porno in 3D, ma c'è chi, prendendo più seriamente le cose, ha capito che se questo è un momento dove l'animazione, l'horror, il thriller si stanno riaffermando in Italia con progetti indipendenti e non, è arrivato anche il turno di creare un nuovo spazio riservato al genere erotico e saranno forse proprio questi due progetti, il film singolo di Ferrario e il My Sex (pacchetto di cortometraggi) del collettivo a dare un input direzionale.  

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