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Autore Rita Andreetti :: 4 Giugno 2014

Prime indiscrezioni sui film presentati al Festival Cinese di Shanghai dal 14 al 22 giugno che quest'anno ha deciso di omaggiare, a latere della competizione, il Maestro italiano Roberto Rossellini

A dieci giorni dall'apertura dei cancelli, iniziano i preparativi per la proiezioni dello Shanghai Intrenational Film Festival che quest'anno ha deciso di omaggiare, a latere della competizione, il Maestro italiano Roberto Rossellini. Sarà infatti prevista una rassegna dedicata ai titoli più importanti del Neorealista, a fianco di una dedicata ad Alain Resnais, una a Marlon Brando e un corner tutto cinese per i registi Jiang Wen e Wu Tianming.

Per quanto riguarda invece la selezione ufficiale, il Golden Globet Award, sarà la giuria presieduta da Gong Li (in questi giorni sugli schermi cinesi con l'ultimo di Zhang Yimou, Coming Home) a dover giudicare la selezione operata sull'oltre migliaio di film pervenuti (stando alle dichiarazioni dello stesso festival). La giuria internazionale sarà composta da una sfilza di registi: Im Sang-soo (Corea), Sally Potter (UK), Lone Scherfig (Danimarca), Liu Jie (Cina), Shunji Iwai (Giappone) e dall'unico attore dopo la presidentessa, l'iraniano Payman Maadi.

Alcuni dei titoli in programma (oltre 900 proiezioni in 35 cinema, un tour de force ubriacante in giro per tutta la metropoli cinese) sono già stati anticipati, a rivelare la volontà del festival da una parte di farsi territorio di proiezioni introvabili e rare in questa nazione, e in secondo luogo, di tenere testa alla sfida lanciata quest'anno dal Beijing International Film Festival e i suoi standard in vorticoso aumento.

La selezione offre una vasta gamma di registi relativamente esordienti o che hanno alle spalle film minori, ma che promettono bene per aver raggiunto questo stadio del festival cinese; tra di essi The Last Executioner diretto da Tom Waller, una storia che ritrae appunto l'ultimo boia thailandese; Mikra Anglia, di Pantelis Voulgaris, un dramma greco in anteprima, ambientato nella prima metà del ventesimo secolo; Maiko, a Lady?, commedia del giapponese Masayuki Suo. Accanto a questi, Predestination di Michael e Peter Spierig, che catapulta Ethan Hawke nei mai tramontati viaggi nel tempo; Elle l'adore di Jeanne Herry dalla Francia, e il film iraniano Snow, del regista Mehdi Rahmani. Ci riprova poi Zhang Meng con The Uncle Victory, quasi sconosciuto in Occidente, ma che nel 2010 aveva proprio a Shanghai ottenuto discreta risonanza con The Piano in a factory; e ricompare Marko Nabersnik (Rooster's breakfast, passato di sfuggita in Italia nel 2008) che qui presenta The Woods Are Still Green.

Accanto ai selezionati, Shanghai ne approfitta per proiettare finalmente Blue Jasmine, Dallas Buyers Club, Sacro Gra, Like Father Like Son e altri ancora non svelati presi in prestito dai grandi festival colleghi d'Occidente.

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