Si aggiudica il premio più importante il regista di origini iraniane Babak Jalali con il suo “Radio Dreams”
Il 7 febbraio si è conclusa la 45^ edizione dell’International Film Festival Rotterdam, una delle manifestazioni più importanti nel panorama festivaliero attento al cinema indipendente e la conclusione di un concorso implica necessariamente la spartizione di premi che anche quest’anno sono stati assegnati da diverse giurie.
Il riconoscimento più importante è andato ad un film che ha vinto l'Hivos Tiger Awards Competition e che si intitola Radio Dreams, un titolo che da subito evoca grandi film in cui si esplora il rapporto tra il cinema e la radio, due dei mezzi di comunicazione più affascinanti di sempre.
Il regista si chiama Babak Jalali ed ha origini iraniane. Il film infatti racconta di uno scrittore iraniano che a San Francisco collabora con un programma radiofonico in lingua persiana; il suo sogno è quello di riunire i Metallica con i Kabul Dreams, uno dei primi gruppi rock afghani. La radio e la musica quindi come ponti fra due culture, come i mezzi usati da chi vive lontano dalle proprie radici per sentirsi più vicini alla terra d’origine. Il premio di 40mila euro è stato consegnato a Babak Jalali e alla sua produttrice Marjaneh Moghimi, rappresentante della società statunitense Butimar Productions. La giuria ha deciso di premiare questo lungometraggio perché secondo i componenti si tratta di una “riflessione sottile e divertente sul trasferimento e l'alienazione di un gruppo di disadattati in una cultura straniera”. Non si tratta del primo passaggio festivaliero per il regista di Radio Dreams che già nel 2009 era stata a Locarno con il suo Frontier Blues.
Il Premio Speciale della Giuria – che ammonta a 10mila euro – è stato invece consegnato a The Last Land diretto dal paraguayano Pablo Lamar.
[Leggi anche: Il programma della 45^ edizione del festival di Rotterdam]
Rotterdam è da sempre un festival attento ai nuovi talenti e infatti il Premio FIPRESCI - assegnato al regista del miglior film della sezione Bright Future - è andato a Kaweh Modiri (anche lui di origini iraniane) per Bodkin Ras che secondo la giuria è un “interessante ibrido tra documentario e finzione, ricco di personaggi indimenticabili, un forte realismo e una necessità che trasforma l'esperimento in un film emozionante e umano”.
Tra gli altri vincitori si possono ricordare Embrace of the Serpent di Ciro Guerra e Les ogres di Léa Fehner, vincitrice del VPRO Big Screen Award.
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