Che il cinema e la fotografia siano imparentati lo dimostrano i numerosi fotografi passati con successo dietro la macchina da presa, da Stanley Kubrick ad Agnes Varda, passando per Ken Russell e la Sam Taylor-Johnson di "50 sfumature di grigio"
“La fotografia è verità, e il cinema è verità ventiquattro volte al secondo”, diceva Jean-Luc Godard. E che le due forme d'arte siano imparentate lo testimoniano i numerosi fotografi passati con successo dietro la macchina da presa. Un primo esempio, ovviamente, è proprio colui che è ritenuto uno dei migliori cineasti di tutti i tempi, ovvero Stanley Kubrick. Difficile immaginarlo se non in veste di regista, ma in verità l'autore di capolavori come Arancia meccanica e 2001: Odissea nello spazio ha passato la sua adolescenza girando per il Bronx in cerca del soggetto fotografico perfetto, prima d'iniziare a lavorare ufficialmente per una rivista. Solo successivamente, frequentando le sale cinematografiche del Greenwich Village, ha iniziato a coltivare interesse e passione per la settima arte.
E sapevate che anche la grande cineasta francese Agnes Varda ha iniziato come fotografa? L'incontro col cinema avvenne quando un amico morente le chiese di filmare la piccola città di La Pointe-Courte, in quanto egli non riusciva più a viaggiare. Ispirata dalla location, la Varda decise di girarci direttamente un film, per metà fiction e per metà documentario, in uno stile che ritornerà anche nelle sue opere più celebrate e famose. Trasferendoci in Inghilterra invece, Ken Russell è oggi noto per essere il regista di capolavori come I diavoli, ma ben pochi si ricordano che il suo primo passo nel mondo creativo e artistico fu per Teddy Girl, una serie di fotografie documentaristiche scattate per la rivista Picture Post.
Tra i registi più noti di oggi ma che hanno invece iniziato con la fotografia, possiamo ricordare il grande Larry Clark, cantore del disagio adolescenziale e della giovinezza più sbandata. Prima di concepire pellicole come Kids o Ken Park, Larry pubblicò diversi libri fotografici basati sulla sua esperienza col sesso e la droga, infiammando il mondo dell'arte con i ritratti di questi adolescenti dei sobborghi. Particolarmente noto, seppur meno talentuoso, è anche Anton Corbijn, che nel corso della sua carriera ha fotografato nomi celebri della musica come David Bowie. Il suo debutto nel cinema avvenne con Control, biopic su Ian Curtis dei Joy Division tanto estetizzato quanto stiloso e piatto.
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E se persino l'iper celebrato David LaChapelle si è dato al cinema girando diversi documentari, ricordiamo infine che anche Sam Taylor-Johnson, regista dell'attesa trasposizione cinematografica di Cinquanta sfumature di grigio, è da sempre attiva nel mondo fotografico; in particolare, celebre è la sua collezione intitolata Crying men, con ritratti raffiguranti degli attori di Hollywood colti in momenti di fragilità.
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