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Autore Alessandro Tavola :: 30 Ottobre 2014
Locandina di Dracula Untold

Recensione di Dracula Untold di Gary Shore, con Luke Evans e Sarah Gadon: tra romanticismo puro ed effetti speciali, l'origine del mito non riesce a trovare un'identità assoluta

Ennesima incarnazione, Dracula Untold di Gary Shore cerca di raccontare le origini del vampiro più noto, qui incarnato da Luke Evans ed affiancato Sarah Gadon: nonostante gli ottimi spunti, il risultato è ricco di contrasti.

Con un’esplorazione degli eventi relativi alla nascita del Principe delle Tenebre dedicata più allo sbobinamento e all’approfondimento, il tutto è sospinto da una vena puramente romantica inusuale. Difatti, se nel completamento del pacchetto a livello formale i limiti sono ben chiari, il lato più intimista della pellicola sembra voler emergere di continuo, creando un conflitto fuorviante, piacevole a tratti, facendo dimenticare il proposito dell’imponenza a favore di quello dei sentimenti.

Lo sfondo di un amore prima di tutto famigliare si macchia di presenza demoniaca tanto quanto la componente più action ed ipercinetica si rafforza di eroismo patetico, in cui ogni scontro od effetto speciale sembra rivendicare la propria matrice di male interiore, di volontà e verità soggiogate dalla realtà. Un afflato dell’animo di Vlad III e delle sue costrizioni ribadito, con eccessive ridondanze talune volte, con sensazione vivida e presente altre, ma mai a pieno titolo: la crudeltà dell’Impalatore viene lasciata quasi solamente alle parole, dedicando più spazio possibile ai moti, interiori e bellici, che hanno portato alla metamorfosi da guerriero e compagno di vita, sì spietato ma protettivo nei confronti del proprio popolo e della propria famiglia, a mostro condannato alla solitudine e all’assassinio, quasi si trattasse di un’apologia.

E dentro la costrizione della censura del famigerato PG-13 statunitense non c’è spazio per il sangue rosso, per la violenza esplicita, per la crudeltà sfacciata: la soluzione visiva di geyser ed ondate di pipistrelli, cenere, sangue nero che esondano di continuo potrebbe dare al film una sorta di esemplarità spirituale strettamente legata all’impressione visiva finale, ma l’effetto principale è quello di un risultato casualmente omogeneo, come se i voleri di filmmaker e produttori avessero trovato un punto di raccordo accettabile ma imbastardito, in cui né il sentimento né la componente fantasy appaiono in grado di avere un via libera totale, con le velleità relative ad entrambi mai completamente espresse e compiute.

[Leggi anche: Kevin Smith mai così viscido e disturbante: la recensione di Tusk]

Così chi si attendeva un puro horror-action si troverà spiazzato di fronte ai toni malinconici e agli effetti speciali non proprio da serie A; e chi nell’avanzare della visione troverà interesse per i primi rimarrà insoddisfatto nel non vederli raccontati fino in fondo: ad ogni modo, per ogni delusione una scoperta, e viceversa.

Trailer di Dracula Untold

Voto della redazione: 

3

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