Annalina Grasso, 27 anni, campana, laureata in lettere e filosofia. Amo il cinema, soprattutto i noir, la commedia e i melodrammi, l’arte, la musica e la letteratura. Leggo almeno 3 libri al mese, prediligendo la narrativa e la saggistica che tratta di critica letteraria cinematografica e teologia, e guardo diversi film a settimana. Scrivo sceneggiature, dipingo e sono una grande appassionata di sport. Mi piace viaggiare, stare in mezzo alla natura e agli animali. Sono sensibile, socievole, permalosa, altruista, scontrosa, polemica, determinata, curiosa ed ipercritica soprattutto con me stessa.
Uso ogni giorno il web per leggere le notizie di tutto il mondo, seguo in particolar modo il giornalismo di inchiesta e quello culturale. Ammiro in maniera smisurata le persone che fanno volontariato e beneficienza (senza sbandierarlo a tutti), sacrificando spesso la loro vita in luoghi difficili e martoriati dalle guerre civili e tutte le persone coraggiose e testarde che si danno da fare per cambiare le cose e un certa mentalità “gattopardiana”. 
Sono contrariata dal fatto che il cinema italiano attuale pur realizzando (poche per la verità) opere originali, fuori dal coro “commediaiolo”, non vengano pubblicizzate e distribuite a dovere a differenza di film che per strappare risate agli spettatori si affidano sempre a battute volgari o a situazioni politicamente corrette. 
I miei registi preferiti sono: Sergio Leone, Francis Ford Coppola, François Truffaut, Dino Risi, Lina Wertmuller, Federico Fellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, Carlo Verdone, François Ozon, Fritz Lang, Billy Wilder, Kathryn Bigelow, Akira Kurosawa, Paolo Sorrentino (ma da prima che vincesse l’Oscar), Elio Petri, Pietro Germi, Steven Spielberg, Luis Buñuel, Manouel De Oliveira,  Alfred Hitchcock, Robert Siodmak, Jean Renoir e sicuramente dimentico qualcuno.