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Autore Rita Andreetti :: 18 Novembre 2016

Di recente visto nei panni di un gangster in pensione, Feng Xiaogang ritorna alla regia con “I am not Madame Bovary”

Fan Bingbing

Tra i registi di cinema popolare più apprezzati in patria, Feng Xiaogang è adesso nei cinema con la sua ultima pellicola, I am not Madame Bovary. Di recente si era prestato felicemente come protagonista per l’ultimo film di Guan Hu, Mr. Six, un gangster movie venato di commedia e dramma e film sociale, come solo il cinema cinese popolare sa ben mescolare. La sua interpretazione nei panni di questo gangster pechinese ritirato dalla scena, ma costretto a re-imbracciare la spada per difendere il figlio, gli è valsa una rinata attenzione da parte della platea cinese. E adesso non disdegna le pubblicità di alcolici e telefonini sui canali nazionali…

Ma tornando al buon cinema, Feng Xiaogang è passato qualche anno fa dal Festival di Roma con il suo Back to 1942. Ora lo vediamo tornare verso la commedia in questa collaborazione con Liu Zhenyun, che qui adatta il suo romanzo omonimo del 2012, e disegna la protagonista per Fan Bingbing. La storia racconta di una donna incastrata e ingannata dal marito che per vendicarsi intraprende un testardo inseguimento burocratico attraverso la fumosa e inaccessibile giustizia cinese.

La donna, una paesana cocciuta, coinvolgerà altri, spingendoli a macchiarsi di delitti in suo nome e proseguendo il ping pong giudiziario tra Pechino e il suo villaggetto per oltre un ventennio.

Il film è un interessante misto di commedia nera a tratti veramente cupa, dove l’interpretazione di Fan Bingbing, circondata da attori uomini, è emotivamente complessa e ben calibrata.

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Ma quello che più salta agli occhi, anche dalle poche sequenze incluse nel trailer, è senz’altro la particolare scelta fotografica che il regista e il direttore alla fotografia Luo Pan hanno fatto: la maggior parte delle scene si sviluppa all’interno di una maschera circolare, quando si riferisce alla vita nel paese, e rettangolare se invece si lega alla città. Una scelta di sottrazione che richiama la pittura cinese antica, e che soprattutto costringe l’attenzione dello spettatore verso il centro dello schermo e il cuore della storia. Anche i campi lunghi assumono significati completamente nuovi.

Il film ha già iniziato il tour nei festival, spopolando al San Sebastian e passando per un premio a Toronto. Era previsto nei cinema cinesi a fine settembre, ma qualcosa deve essere andato storto con la censura, per cui uscirà soltanto questa settimana.

I am not Madame Bovary - Trailer

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