Nel corso dell'Indipendent Film Week che si svolge a New York un interessante panel è dedicato ai rapporti tra musica e immagini
I filmmaker Zia Anger, Celia Rowlson-Hall, Ashley Connor e David Svedosh discuteranno i loro vari approcci al medium dei video musicali con la collaborazione di Jenny Lewis, Angel Olsen, Mitski, MGMT, e Elliott Moss.
Ecco di seguito alcune riflessioni fatte dai citati protagonisti del panel sulla situazione del videoclip oggi, riportate dal magazine Filmmaker.
Iniziamo con Ashley Connor, secondo la quale girare video music dà una grande libertà artistica: "Ho amato filmmakers come Marie Menken e Maya Deren che usavano il lato emozionale della macchina da presa in un modo che ho sempre cercato di applicare al mio lavoro. Girare video music mi permette una grande libertà perché puoi sfruttare molte più cose rispetto a quelle che riguardano una linea narrativa. Il lavoro così procede su un livello meno cosciente, e qualche volta riesco a inserire questi elementi inconsci in un lavoro narrativo".
Per David Svedosh tutti gli approcci sperimentali nel video "non sempre sono facilmente accessibili, possono richiedere allo spettatore ripetute visioni, e nel tempo dare luogo a nuove interpretazioni".
Naturalmente uno degli aspetti in discussione riguarda la diffusione delle opere, soprattutto oggi con il mezzo più importante che è internet. Sempre secondo Svedosh questo aspetto è di sicuro ambivalente, perché quando realizzi un video poi se devi utilizzare internet perderai tantissimo tempo per ottimizzare il video con i giusti codici di compressione. Ma questo non deve essere un limite o un problema insolubile se uno pensa che l'esperienza visiva dello spettatore in quel caso può essere pregiudicata. "La cosa positiva è d'altra parte che il tuo lavoro può essere diffuso ed è accessibile da tutto il mondo grazie a internet".
Continua Ashley Connor la riflessione sui tempi di produzione, ricordando che oggi un regista di video può realizzare i suoi lavori in pochissimo tempo, al contrario dei cineasti che dirigono lungometraggi che magari spariscono per anni... dietro lo stesso progetto.
Celia Rowlson-Hall parla del rapporto tra video e danza: "Come coreografa, la musica è quella che guida le mie scelte creative, per lo stile e il tipo di danza che io penso per una particolare canzone. Ho implementato questa stessa pratica per un regista, lasciando che la musica crei sia le immagini che la storia".
Ma quali sono le relazioni ottimali tra musica e immagini? Secondo Celia Rowlson-Hall le immagini e la musica devono giocare lo stesso ruolo in un video. Secondo Connor: "I miei video preferiti sono quelli nei quali non riusciresti mai a separare immagini e musica. Odio i video che sono troppo semplicisti o incongrui, laddove non riesci a sentire la musica. Se vuoi girare un cortometraggio, fai un cortometraggio e non un video music".
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