Romanzi e racconti di Stephen King hanno goduto di un'enormità di trasposizioni, molte dignitose e diventate cult anche se con tratti abbastanza trash. Ma è anche ora di provare a elencare i peggiori film ispirati al maestro del brivido
Scegliere i peggiori film tratti da romanzi o racconti di Stephen King non è facile come sembra, perché, nonostante le molte trasposizioni, tanti di questi film hanno ragione di esistere e alcuni sono assurti allo status di cult. Ma, se proprio bisogna stilare una lista, si dovrà considerare la pellicola nel suo insieme, sia dal punto di vista del rispetto dello stile di King sia nella qualità cinematografica. Sono esclusi sequel e produzioni miserrime per concentrarsi su titoli che comunque hanno avuto più fama nel tempo. E alcuni, anche se cult, a malincuore vanno inseriti.
L'OCCHIO DEL MALE (Thinner, 1996) - Il romanzo omonimo, che brillantemente esplora le dinamiche delle maledizioni zingare e il marciume dell'ego umano, diventa un'involontaria horror comedy che non fa nemmeno ridere, con Tom Holland che non sa più dove sbattere la testa con una regia alquanto infantile: in più, la beffa di vedersi negare dalla produzione il finale fedele al libro, che di certo sarebbe stato almeno dignitoso.
A VOLTE RITORNANO (Sometimes They Come Back, 1991) - Probabilmente la trasposizione tra le più note che meno riesce a portare sullo schermo - Tom McLoughlin la girò per la TV - il vero spirito della penna di King: passa poco o nulla del delicato legame tra passato e presente e dell'elaborazione del dramma che hanno sempre caratterizzato le sue storie. Il racconto omonimo ha dato il titolo alla prima raccolta di racconti dello scrittore.
BRIVIDO (Maximum Overdrive, 1986) - Stephen King, insoddisfatto dai film tratti dai suoi romanzi, decide di mettersi alla prova come regista per adattare il suo racconto Camion. Ne esce un horror di rara mancanza di ritmo dove Emilio Estevez affronta una schiera di camion posseduti che hanno come leader una motrice con l'effige enorme di Green Goblin: chi l'ha visto certamente ricorda l'infinita scena degli automezzi che si mettono in fila per accerchiare la stazione di servizio. Lo scrittore ammetterà poi di aver girato praticamente ogni scena strafatto di coca, dalla quale al tempo era dipendente. Inutili l'uso di effetti visivi abbastanza all'avanguardia e la convocazione degli AC/DC per le musiche eslcusive.
LA CREATURA DEL CIMITERO (Graveyard Shift, 1990) - Ispirandosi senza troppe pretese al bel racconto Secondo turno di notte, Ralph S. Singleton dirige l'unico film della sua carriera da production manager. Nei sotterranei di un vecchio stabilimento tessile si nasconde una creatura mostruosa, mentre gli operai si dividono tra lavoro e disinfestazione per combattere un'invasione di enormi topi. La scena è rubata totalmente da Stephen Macht, che interpreta il capo della fabbrica, grezzo, dispotico e manesco, soprattutto con le donne. Girato interamente nel Maine.
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GRANO ROSSO SANGUE (Children of the Corn, 1984) - Candidatura valida per tutti i film della serie di Children of the Corn, uno più brutto dell'altro. Il racconto I figli del grano non è mai stato adattato in modo adeguato e il primo film resta l'unico ad aver goduto di un buon riscontro di pubblico.
THE MANGLER - LA MACCHINA INFERNALE (The Mangler, 1995) - L'adattamento di Tobe Hooper del racconto Il compressore è fiacco e la presenza del malefico Robert Englund non basta a far decollare un film che risponde pienamente agli stilemi di certi horror dei primi anni '90: tanta cattiveria e poca qualità. Gli omicidi splatter del compressore non nascondono la reiterazione della stessa situazione più volte durante il film. Hooper in piena caduta libera.
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TOMMYKNOCKERS - LE CREATURE DEL BUIO (The Tommyknockers, 1993) - Miniserie in due puntate per portare sul piccolo schermo il romanzo Le creature del buio. Purtroppo fece paura solo ai bambini nei suoi puntuali passaggi negli anni '90, ma solo per qualche scena furba con abusi di bambole maledette e una colonna sonora azzeccata. Una regia troppo incompetente e subplot dilatati all'inverosimile rovinano un progetto che in un film di due ore si poteva salvare. Nel cast anche l'ex pornostar Traci Lords.
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