Circondato dall’entusiasmo dei fan di Montalbano al Giffoni Film Festival, Cesare Bocci ha raccontato ai nostri microfoni i suoi progetti tra cinema, teatro e televisione sottolineando come la scrittura faccia la differenza in tutto e per tutto
Un grande attore di cinema, teatro e televisione che è stato spesso relegato a ruoli da comprimario da registi e produttori italiani. Stiamo parlando di Cesare Bocci che abbiamo incontrato, emozionatissimo, prima del suo incontro con i ragazzi al Giffoni Film Festival. Il grande pubblico lo conosce per aver interpretato il romantico dottor Ceppi in Elisa di Rivombrosa, l’elegante Raimondo Lanza di Trabia nella minifiction Volare – La grande storia di Domenico Modugno ma soprattutto l’amatissimo Mimì Augello ne Il Commissario Montalbano. Bocci ci ha raccontato i suoi futuri progetti cinematografici senza tralasciare i lavori teatrali per i quali mostra particolare predilezione.
Tornerà a teatro con La Cage Aux Folles, che le ha fatto vincere il premio Flaiano nel 2012? Che cosa ne pensa del remake al femminile che è in fase di produzione, con Margherita Buy e Sabrina Ferilli?
Non sapevo del remake. È una storia d’amore con gli sviluppi, gli intrighi e i problemi di qualsiasi coppia. Stiamo parlando di una coppia gay, al maschile o al femminile non cambia, si parla d’amore ed è una storia che ha vinto sempre perché è sincera. È uno spettacolo che ho difeso e amato tantissimo. Non lo rifaremo perché lo sta portando in tournee un’altra coppia d’attori e io e Massimo (Ghini, n.d.r.) abbiamo altri impegni. Prima che lo facessimo lo consideravano uno spettacolo datato, poi ha avuto un enorme successo perché io credo che quando le storie sono belle non invecchiano mai.
Al cinema la vedremo presto nel film di Riccardo Milano, Scusate se esisto.
Nel film di Riccardo faccio un ruolo interessante ma non si può ancora svelare. È stata una bella esperienza perché avevo già lavorato con lui in Volare, la storia di Domenica Modugno. In quel caso avevo un piccolo ruolo che non pensavo mi avrebbe dato così tanto. Un ruolo di un’intensità straordinaria, scritto benissimo, che mi ha portato il riconoscimento di tanti. Era un personaggio affascinante perché aveva ispirato Modugno nella canzone Vecchio Frac. Poi abbiamo fatto insieme Benvenuto Presidente! e la fiction La Grande Famiglia.
Ma può illuminarci sulle sorti del film Rewind di Massimo Spano?
Il film Rewind era un progetto molto interessante, il personaggio protagonista che avrei dovuto interpretare, Folco, era molto particolare. Purtroppo servivano dei soldi che dovevano arrivare, non sono arrivati e abbiamo dovuto interrompere le riprese. Il cinema è così, non sempre si riesce a far quadrare i conti. È molto difficile con un mercato così chiuso trovare dei produttori che rischino. Se si continua a fare cinema e televisione con soldi che non sono propri è difficile alzare la qualità dei prodotti.
Qui al Giffoni i ragazzi invocano l’inserimento della materia Cinema nei programmi scolastici. Che cosa ne pensa?
Io sono in tournee con uno spettacolo che si chiama Parole d’amore. Sono poesie e lettere d’amore dal 1200 al 2000 dove andiamo a raccontare nelle piazze e nei teatri le poesie e le lettere d’amore che i poeti si scambiavano con le loro amanti. Ci capita che i ragazzi vengano portati a forza dai genitori e dai professori e poi li vediamo appoggiati sulle poltrone intenti ad ascoltare con grande interesse. Questo accade perché noi raccontiamo lo stimolo del poeta e quando entriamo nella sfera privata la poesia viene capita molto di più. Le poesie purtroppo dovrebbero essere insegnate a scuola non solo dal punto di vista tecnico come già fatto dai professori, spesso bravissimi. Quello che devono imparare è ciò che puoi esprimere con una penna. Il cinema dovrebbe essere insegnato proprio perché ci sono dei film storici che appassionano molto più di tanti libri di scuola.
Da 15 anni ci appassioniamo in tv alle vicende del Commissario Montalbano. Si sarebbe mai aspettato tutto questo successo?
Iniziammo su Rai 2 perché dava più libertà al regista che voleva coinvolgere i gruppi di lavoro siciliani. È stata un’esperienza di un gruppo di ragazzi che avvertiva la fiducia del regista e del produttore. Poi abbiamo avuto la fortuna di lavorare con gli scritti di Camilleri che funzionano autonomamente. Quando le cose sono scritte così bene funziona tutto. Alberto Sironi è riuscito a creare un linguaggio nuovo e a difenderlo. Nelle fiction spesso tagliano il più possibile perché credono di dare ritmo alle scene. Ma fare cento tagli di inquadratura non significa dare ritmo, quello è dato dall’immagine e dall’intensità del testo e degli attori. Tutto il mondo riconosce a Sironi uno stile nuovo mentre in Italia gli fanno fare solo Montalbano. Si rende conto? Una follia!
Montalbano sta diventando un po’ troppo sciupafemmine, non le starà rubando la scena?
Hai perfettamente ragione, io sono il femminaro non lui (con la voce di Mimì, ride, n.d.r.). È vero Montalbano è scivolato un po’ troppo. Io credo che Camilleri abbia voluto sottolineare come a 50 anni spesso un uomo fa una riflessione sulla sua vita e si dice: “Cazzo ora ho 50 anni, è finita per me, sarà meglio che mi spari queste ultime cartucce”. Così cerca gratificazione nelle donne per sentirsi ancora piacente. Dopotutto Montalbano è un uomo normalissimo così come tutti gli altri personaggi. Spesso la fiction dipinge dei personaggi senza macchia mentre, come ci insegna Il viaggio dell’eroe di Vogler, gli eroi hanno dei mentori, sbagliano, sono uomini comuni proprio come Montalbano, che è irascibile, imperfetto e sbaglia di continuo. Così anche Mimì piace proprio perché si prende in giro da solo.
Il tema di quest’anno al Giffoni è Be Different. Che cosa significa per lei essere diversi?
Essere se stessi. Non pensare che ciò che dicano gli altri valga anche per te. Se uno non ha il coraggio di essere se stesso vive male. Non vive la propria vita ma quella degli altri. È molto più semplice essere se stessi anche se bisogna scontrarsi con il giudizio degli altri piuttosto che vivere una vita che ti fa sentire frustrato. Il Be Different it’s Be YourSelf, hai capito? Pure americano (ride, n.d.r.).
Cosa consiglia ai ragazzi che vorrebbero fare gli attori?
Se è una cosa che sentono devono seguire la loro strada. Devono studiare, però. Il mio è prima di tutto un lavoro e non ci si può improvvisare. Bisogna studiare, fare tanta esperienza e capire prima di tutto ciò che non vogliono essere. Per essere migliori bisogna essere preparati e avere talento.
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