"Clint Eastwood ha solo due espressioni: quello col cappello e quello senza"? Tutte balle! Ecco alcune delle migliori interpretazioni dell'attore, di quelle che bucano lo schermo per intensità e bravura
Chiunque si ostini ancora a dire che Clint Eastwood abbia solamente due espressioni (“quello col cappello, e quello senza”, talvolta alternato poi col sigaro al posto del cappello), ha probabilmente dei gravi problemi alla vista, o comunque una sensibilità emotiva disfunzionale. Mai come in questi ultimi anni il nostro ha dimostrato di essere anche un grande attore, oltre che uno dei migliori cineasti del panorama. Pensiamo ad esempio a Gran Torino e al suo protagonista Walt Kowalski: riuscite ad immaginare un altro interprete che avrebbe potuto eguagliarne la potenza espressiva, quel magnetismo che buca lo schermo coi suoi primi piani? Impossibile. Clint ringhia, ride e sfotte i vicini, prende a pugni gli armadi di casa e ad un certo punto si sfascia pure la mano piangendo di rabbia: a trasudare dal suo volto, tutto il dolore e la fragilità di un uomo in cerca dell'ultima possibile redenzione. Per noi che scriviamo, doveva essere subito Oscar.
Che dire poi di Di nuovo in gioco di Robert Lorenz? Il film è bruttino, ma vale una visione anche e solo per il Clint. Basti citare la scena dove il nostro, di visita alla tomba della defunta moglie, si mette a recitare i versi di You are my sunshine: fibrillante commozione! Non da meno il Frankie Dunn di Million Dollar Baby, in cui Eastwood alterna scene comiche (i discorsi col prete) fino a tuffarsi nel dramma sul finale: era la prima volta che lo vedevamo lacrimare, e le scene sono di quelle che rimangono impresse nella memoria. Di certo, non sarebbe stato lo stesso con un altro attore: solamente la granitica presenza scenica del Clint e la sua intensità potevano garantire lo struggente spasmo che regala l'opera.
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Tornando indietro nel tempo, impossibile poi non richiamare I ponti di Madison County, inaspettata virata melodrammatica nella carriera dell'attore. Affiancato da Meryl Streep, qui Eastwood ha finalmente occasione di tuffarsi nella tenerezza quasi sempre negata dei suoi personaggi precedenti. Ritrovarlo così sorridente crea una sensazione di straniamento, figuriamoci in versione innamorato con gli occhi a forma di cuoricino! Ma la tristezza è ovviamente inevitabile, ed è così che nella meravigliosa scena sotto la pioggia si forma ancora una volta la figura fantasmatica del nostro cavaliere pallido, con quel viso in cui sembrerebbe passare tutta la malinconica dolcezza dell'universo.
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