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Autore Simona Carradori :: 30 Giugno 2016
Locandina A Girl Walks Home Alone at Night

Recensione di A Girl Walks Home Alone at Night | L'armonia dell'unione tra occidente e medioriente nel nuovo vampire-movie dell'esordiente Ana Lily Amirpour, che omaggiando il cinema del passato diventa un piccolo cult sulla contemporaneità

A Bad City una ragazza vaga silenziosa per le strade, segue i passanti, li osserva e li studia. Intanto uno spacciatore prepotente si arricchisce alle spalle degli altri, una prostituta infelice lavora senza voglia e un ragazzo cerca di ripagare i debiti di suo padre, eroinomane incapace di chiudere con la droga. La ragazza li scruta, e infine, alcuni, li divora.

Scritto e diretto dall’esordiente Ana Lily Amirpour e presentato al Sundance Film Festival nel 2014, A Girl Walks Home Alone at Night è un film ambivalente, capace di immergere nella realtà odierna trascinando indietro nel tempo. Un miscuglio di mode e subculture giovanili espresse in una forma cinematografica classicista, che a partire dall’atavico B/N della fotografia mostra una regia pura, senza artifici, influenzata dalla Nouvelle Vague come dal Neorealismo, che ne permea la scrittura con i suoi temi e le atmosfere desolanti. Personaggi costruiti per omaggiare icone del cinema passato e della musica contemporanea coesistono in un microcosmo che a seconda delle inquadrature o delle sequenze può trasformarsi da opera del 2014 a film degli anni ‘60, da dramma sociale a spaghetti western.

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Da iraniana trapiantata negli States, la regista e sceneggiatrice dà vita a una creatura dall’immagine iconica, che fonde un look occidentale – quasi da moderna Anna Karina - al tradizionale chador della cultura mediorientale. Un mix che non si prende troppo sul serio e apre la strada all'umanizzazione del personaggio, partendo dai dettagli fisici, come un rossetto o uno skateboard, fino ad arrivare ai sentimenti, che trovano espressione nei testi delle canzoni e nelle forme di linguaggio non verbale, come sguardi e contatti fisici. 

Ciò che colpisce principalmente di A Girl Walks Home Alone at Night però è l’originalità con cui viene stravolto e riproposto in un contesto anomalo, un topos del cinema particolarmente abusato come quello del vampiro. Bad City fin da subito non appare come il tipico scenario in cui ci si aspetterebbe l’introduzione di un elemento soprannaturale, e questa figura silenziosa, che fissa immobile i passanti come in attesa di duellare armata di Colt, riesce ad ammaliare e incuriosire fin dal primo istante. Nulla ci viene detto di lei, tutto quello che si apprende della sua natura e delle sue intenzioni emerge dallo schema seguito nella scelta delle vittime: criminali, drogati e uomini violenti - specialmente con le donne - sono divorati senza pietà, mentre chi mostra una parvenza di rispetto verso il prossimo o adeguatezza alla vita sociale viene risparmiato. Ed è subito cinecomic.

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Quello chador nero, legato ad un immaginario estraneo che intimorisce l’occidente, inizia a somigliare ad un mantello da supereroina, lo skateboard rubato diventa una primitiva Bat-Mobile e i canini retrattili si trasformano in armi contro il male, che forse per poco, forse per sempre, svanisce da Bad City in una scia di sangue e buon cinema.

Trailer di A Girl Walks Home Alone at Night

Voto della redazione: 

4

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