Ritratto di Fiaba Di Martino
Autore Fiaba Di Martino :: 22 Settembre 2014
Locandina di Party Girl

Recensione di Party Girl con Angélique Litzenburger: Un esordio dolceamaro premiato a Cannes 2014, di grande naturalezza narrativa, con protagonisti in palla e un finale spiazzante

La "party girl" del titolo non è, come ci si potrebbe erroneamente immaginare, una sgallettante adolescente discotecara, bensì una signora matura, Angélique, aggraziata come il suo nome e con due occhi che trafiggono il mondo, che fa l'hostess nei locali notturni a luci rosse, ed è perennemente circondata da una nugola ridente di amiche e di figli che accettano l'anticonvenzionalità della loro madre e le vogliono bene. Angélique ama e assapora una libertà che in tale ambiente lavorativo risuona immobile e immutata, quando un giorno viene ghermita da Michel, un anziano cliente innamoratosi di lei e deciso a impalmarla - e "salvarla", come un novello Richard "Pretty Woman" Gere di mezz'età.

Angélique accetta, quasi per gioco, e si lascia trascinare in quella nuova avventura romantica, seppur non essendo travolta dalla passione; in bilico di fronte alle rinunce che le si prospettano, si trova di punto in bianco con un matrimonio da organizzare, una figlia da ritrovare, un lavoro da lasciare e un'esistenza da resettare. Oltre che, soprattutto, con una vita di coppia a cui (fa fatica ad) abituarsi, sentendosi pian piano imbrigliata dal pur sincero amore di Michel, ma anche in difficoltà con l'habitat che fino a quel momento l'aveva tenuta calorosamente fra le braccia e che ora, nella forma della sprezzante arroganza del pregiudizio giovanile, la respinge offensiva ("Vuoi rispetto? Vai a fare la cassiera"). 

L'esordio nel lungometraggio di Marie Amachoukeli, Claire Burger e Samuel Theis,  finora esclusivamente registi di cortometraggi, è stato presentato nella sezione di Un certain regard a Cannes 2014 dove è uscito trionfatore, ottenendo il premio come miglior cast e la Caméra d'or. Riconoscimenti indubbiamente meritati: la protagonista Angélique Litzenburger, che porta il nome del suo personaggio, è in palla quanto gli attori (ma più che altro: le attrici) che la circondano cameratescamente, e Party Girl è un ardente ritratto di donna matura che ricorda, per acutezza e pulsione di cambiamento, i recenti Gloria e Irina Palm.

Dotato di una fresca naturalezza e fluidità di racconto, limpido e acuto, il debutto francese è una piccola sorpresa che si srotola lungo un'ora e mezza con placidità e senza scossoni, fino a spezzarsi - attenzione al vago spoiler - in un reboot finale spiazzante nonostante gli indizi di rottura seminati fino a quel momento.
Una frenata brusca e amarissima, che ributta in circolo una reiterazione di falsa, impantanata libertà e rimette in moto la giostra inceppata e malinconica delle illusioni.

Trailer di Party Girl

Voto della redazione: 

4

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