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Autore Simona Carradori :: 28 Luglio 2016
Locandina Ghostbusters

Recensione di Ghostbusters | Dopo tante critiche al trailer arriva nelle sale il nuovo Ghostbusters diretto da Paul Feig, che grazie al suo cast di sole donne riesce a divertire evitando di metter mano sui vecchi e inimitabili personaggi del 1984

Da uno dei film più amati di sempre non può che nascere anche uno dei reboot più odiati di sempre. Rimaneggiare cult del passato è matematicamente una calamita per l'ira dei fans, tanto che dal momento del suo annuncio il terzo Ghostbusters si è visto piombare addosso gli insulti di tutti gli indignati dall'inatteso ritorno del franchise. A differenza di altri film però, in questo caso il problema va ricercato soprattutto in una scelta formale ben precisa, evidentemente difficile da digerire per gli irriducibili nostalgici: acchiappafantasmi nuovi di zecca, senza la cara Ecto-1 e per di più... donne!

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Il film del 2016 si pone esattamente a metà tra un reboot e un remake del primo Ghostbusters, del quale conserva oltre che l'impostazione archetipica dei quattro protagonisti, anche molti elementi narrativi e dettagli stilistici. Tuttavia quello che differenzia i due titoli è l'approccio di base e il modus operandi di Paul Feig, che da habitué della commedia orienta il prodotto verso una comicità diversa, fatta di gag demenziali dalla risata facile e una carrellata di botta e risposta che se il più delle volte funzionano bene ed intrattengono, alla lunga scadono in una certa iteratività dello humour.

Il punto debole di questo lungometraggio sta proprio nell'impostazione di base, in una sceneggiatura concepita fin dall'inizio non come uno sci-fi che potesse contare su un umorismo di contorno, ma come una commedia dalle sfumature fantascientifiche, che seppur godibile, a differenza del concept classico finisce con il mettere in secondo piano ciò che è il cuore dei Ghostbusters: le atmosfere cupe e dark, l'altalena tra risata e paura, il sarcasmo e soprattutto una massiccia dose di fantasmi. In poche parole, se lo scopo era quello di tener fede alla tradizione ghostbusteriana, lasciare nelle mani di Paul Feig un prodotto così lontano dal suo cinema non è stata forse la scelta più saggia per il tipo di franchise. L'impronta stilistica che caratterizza la sua regia non si amalgama completamente all'immaginario creato dalle menti di Aykroyd e Ramis, tuttavia, se c'è qualcosa in cui Feig eccelle da sempre è quell'irriverente e sfacciata commedia al femminile che lo abbiamo visto portare in auge con Le amiche della sposa, ed è proprio qui che la tanto criticata scelta di rischiare il tutto e per tutto con un cast di sole donne diventa vincente.

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Di fronte a una regia che stravolge i toni tipici dei primi film, nonché gli scopi, l'introduzione di nuove protagoniste giustifica questo cambio di rotta ed evita il confronto diretto con i personaggi originali, creando un muro tra il passato ed il presente. Le eroine del 2016 hanno un obiettivo ben preciso, che non è quello di rovinare, ridicolizzare o rimpiazzare gli acchiappafantasmi del 1984 - come si è tanto berciato nel web - ma l'esatto contrario, glissare sullo scialbo copia e incolla che sarebbe derivato da una rielaborazione di icone come Ray, Egon, Peter e Winston, che erano e rimangono intoccabili. Cosa che Dan Aykroyd AKA Ray, ora nelle vesti di produttore esecutivo, sa bene.

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Il ribaltamento dello stile del franchise acquista un senso da questo punto di vista, tanto da rendere impercettibile il peso del nome che da mesi il lungometraggio di Feig si porta sulle spalle come un macigno. Svanisce anche la paura di trovarsi di fronte all'ennesimo reboot che senza troppi indugi demolisce simboli di una generazione trasformandoli in prodotti moderni riciclati, come è successo di recente - per fare un esempio - con il film su Jem e le Holograms. Questo nuovo Ghostbusters non ha niente a che vedere con i vecchi e non cerca il confronto, creando un nuovo universo in cui le regole di Reitman non valgono più e lo scopo primo è quello di divertire secondo lo stile di Feig, senza lasciare a casa fucili protonici, teneri spiriti giganti, ectoplasmi e possessioni demoniache dal sapore slapstick.

Merito delle basse aspettative createsi intorno al film (e per questo vanno ringraziati i "detrattori ad ogni costo"), merito di un ottimo cast al femminile dove spiccano le esilaranti e caricaturali interpretazioni di Melissa McCarthy e Kristen Wiig, merito degli effetti speciali che ricalcano lo stile 80's senza eccedere, merito di un soggetto che dopo 32 anni è ancora insuperabile, piaccia o no, questo Ghostbusters riesce nel suo intento di essere una action-comedy che non farà la storia del cinema come i suoi predecessori, ma si lascia guardare ed apprezzare. E scusate se è poco per il film dal trailer più odiato di sempre.

Trailer di Ghostbusters

Voto della redazione: 

3

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