Recensione di Taken 3 - L'ora della verità | Ritorno macho e schematico di Neeson action hero
Recensione di Taken 3 - L'ora della verità di Olivier Megaton: Ritorno di Liam Neeson eroe d'azione in un b-movie tirato via, schematico e machista
Riecco il Liam Neeson 2.0 nel gran rispolvero della sua carriera, riciclatosi con successo eroe action, star macha tutta d’un pezzo, protagonista di una vera e propria serie fenomeno dai pochi basici elementi ma evidentemente efficaci tanto da produrre tre film (Io vi troverò, Taken 2 – La vendetta e questo Taken 3 – L’ora della verità) dal 2008 ad oggi: bastano giusto lo sguardo granitico di Bryan Mills ex agente segreto della Cia, famiglie da proteggere e superkattivoni senza se e senza ma - preferibilmente stranieri - da abbattere come birilli.
In questo terzo capitolo, a insidiare la tranquillità momentanea dell’eroe, dopo i perfidi albanesi, arrivano i perfidi russi capitanati da Malankov, boss con tatuaggi, orecchini e due biondone nell’idromassaggio, tanto per render chiara la sua posizione. Bryan, con figlia incinta (a quota due salvataggi) ed ex moglie (a quota un salvataggio) di cui è ancora innamorato, complice i di lei dubbi riguardo all’attuale compagno (ovviamente antipatico), si ritrova incastrato per l’omicidio di quest’ultima, e braccato dal perplesso poliziotto Forest Whitaker (gran peccato vederlo in produzioni di questo tipo).
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All’inizio del film, Bryan compra a Kim un grosso panda di peluche tre giorni prima del suo compleanno, giustificandosi così: “Dici sempre che sono prevedibile, volevo provare ad essere imprevedibile”. Ma purtroppo per lui questa è l’unica volta che la sua storia, nella pellicola diretta da Olivier "nomen omen" Megaton, già responsabile del precedente episodio, tenti di non essere scontata (che qui è, comunque, il minore dei mali).
Tra macchine e stanze che esplodono, inseguimenti fra università, autostrade e piste di decollo, in cui la scena più violenta è il momento di tortura waterboarding praticata proprio da Bryan per ottenere informazioni (ma va bene così perché lui è il buono), Taken 3 è irrimediabilmente pellicola di serie B nemmeno divertente, tediosamente schematica e machista, tirata via in fretta e furia, cinematograficamente monolitica e inesistente, dai personaggi-pedine funzionali, alle scene d’azione per nulla stimolanti e senza un minimo di tensione, fino al presunto disvelamento del vero villain prevedibile (appunto) fin dall’inizio.
Ne avremmo fatto volentieri a meno, e se il poster recita che “tutto finisce qui”, siamo pronti a scommettere che rivedremo presto il reazionario vendicatore Mills, magari a caccia di spietati islamici (dopotutto ancora mancano all'appello) per salvare il nipotino.
Voto della redazione:
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