Una lista dei disastri meglio rappresentati dai film e le più convincenti storie sull’umanità che lotta contro la fine del mondo
Evidentemente i registi hanno un debole per i disaster movie, soprattutto nei periodi in cui ci si scontra con tragedie di grossa portata. La fine del mondo è un genere che ritorna in periodi che necessitano di analizzare e spiegare grandi disgrazie, e magari guardare al futuro con inesaurite speranze.
Infatti, se ci voltiamo indietro, una volta passata la paura della Guerra Fredda, erano i film con la bomba atomica o nemici netti e definiti da associare alternatamente ai Comunisti o ai Capitalisti, a incontrarsi sui set. Il Dott. Stranamore di Kubrick dovrebbe essere sufficiente per capire come l’atomica fosse diventata facilmente il demone per antonomasia. Più tardi si tratterà di film più politicizzati, con il fantasma della scampata Terza Guerra Mondiale, come in A prova di errore di Sidney Lumet.
Ma veniamo al nostro decalogo più recente. Una lista non esauriente stilata per dare un'occhiata ai demoni della collettività, o forse degli sceneggiatori, a cui ciascuno di voi sarà libero di aggiungere i propri titoli, quelli che vi hanno portato a notti turbate e vi hanno fatto riflettere seriamente sulla fine del mondo!
Nei primi anni Duemila, due sono i temi (o le cause distruttive) che la fanno da padrone: abbiamo alieni e cattivi di varia natura provenienti da dimensioni lontane, e iniziano a farsi sempre più presenti le cause naturali. La sensibilità verso i cambiamenti climatici si fa via via più alta e alcuni terribili episodi come lo Tsunami in Tailandia o gli uragani negli States o i terremoti in Cina e in Giappone, rendono il pianeta Terra il protagonista.
Sono gli anni di The day after tomorrow – L’alba del giorno dopo (2004) di Roland Emmerich da una parte e de La guerra dei Mondi (2005) di Steven Spielberg dall’altra: il primo dove il ghiaccio e l’acqua prendono il sopravvento, il secondo dove invece si battaglia come si può contro una invasione aliena. Nella categoria bestioni enormi, ci sarebbe da parlarne una notte intera; ma vogliamo citare solo il re dei mostri, Mr. Godzilla, anche per la capacità di reinventarsi in sequel, remake e nuove versioni che fa invidia ai Tremors e ai robot di ultima generazione.
Invece, sulla scia di esperienze come la SARS, registi come Night M. Shyamalan si sono lasciati sedurre dal disaster movie in stile piaga mondiale: ecco E venne il il giorno (2008), ben preceduto dal Danny Boyle di 28 giorni dopo, ma soprattutto seguito dal più recente Contagion di Soderbergh (2011). In queste fughe, spesso ci si trova a dover confrontare una parte dell’umanità imbruttita e portata allo strazio dall’esigenza: Take Shelter di Jeff Nichols ci spingerà fino a quel punto.
Ma non dimentichiamoci l’avvenimento cardine del XXI secolo, le Torri Gemelle. Com’è evidente questo ha scatenato numerose riflessioni, e su questa scia stanno film come Melancholia di Lars Von Trier, dov’è l’impatto a scandire il tempo.
Le ultime tendenze, tuttavia, ci portano nello spazio, poiché sempre di più i cambiamenti climatici giustificano la volontà narrativa di speculare non solo sul dopo, ma anche sull’oltre: ecco che Nolan ha intercettato pienamente questa tendenza con Interstellar.
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Riserviamo la posizione d’onore ad un film capace di riassumere un po’ tutte le paure elencate qui sopra, con una eccezionale rappresentazione dell’umanità disastrata in cerca di una Terra Promessa: The Road di John Hillcoat.
Non c’è da stupirsi che la maggior parte di questi prodotti vengano dalle fila di Hollywood: se anche altrove si fanno pensieri disastrosi, di fatto, il budget per poterli mettere insieme, fuori dagli USA, è piuttosto disastrato.
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