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Autore Alessandro Tavola :: 19 Agosto 2015
Locandina di The Gallows: L'esecuzione

Recensione di The Gallows: L'esecuzione di Travis Cluff e Chris Lofing con Reese Mishler, Pfeifer Brown, Ryan Shoos: un film posticcio e fuori tempo massimo, fatto di luoghi comuni ritriti e dalla pochezza irritante

Riprese sgranate, adolescenti limitati, il tempo passato ad aspettare qualcosa: The Gallows: L’esecuzione è l’ultimo tra gli epigoni imbastarditi dell’horror found footage.

Il film raschia il fondo del genere non tanto per l’esilità degli avvenimenti quanto per la sciatteria con cui viene realizzato il tutto. L’idea di base, sempre ben accetta, è quella della vendetta post mortem, che qui ci viene presentata con le più scarne vesti possibili.
I personaggi principali sono delle macchiette semi-invisibili completamente scondite e senza possibilità d’appello (sì, le dinamiche son sempre di bulletti sconclusionati, sfigatelli e meccanismi sociali teen elementari) tanto mal scritte da risultare irritanti, mentre l’impianto visivo prende il manualetto del found footage, ne fa un riassunto su un post-it e lo applica alla bell’e meglio durante le riprese, mentre al montaggio si rigira un paio di filtri e di transizioni a livello di tutorial.

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In The Gallows troviamo i soliti effettini (fuori fuoco random, immagini confuse, interferenze, difetti di compressione digitale, jump cut spudoratamente immotivati) e la cosa che balza continuamente all’occhio è quanto questi siano posticci: proprio quello che dovrebbe suggerire la “genuinità delle immagini non programmate” è quel che distrugge l’interesse e svela continuamente la falsità del progetto, poco congegnata dei due registi. Invece che gli elementi della diegesi, a sembrare amatoriali sono le caratteristiche realizzative e ogni luogo, ogni situazione, ogni frase ha l'etichetta Fake appiccicata addosso.

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Tutti i cambi di formato o di luce, gli stacchi, i tentativi di sporcare il quadro, i movimenti urlano al trucchetto svogliato. E se i (pochi) momenti di sobbalzo tipici della faciloneria horror risultano accettabili è la stragrande maggioranza del film (cretini durante le prove di uno spettacolo teatrale prima, cretini nel buio della scuola chiusa poi) a far mancare l’aria nei polmoni per la confezione imbarazzante del tutto.

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Fatta eccezione che per l’epilogo ci si ritrova davanti ad un’opera anestetizzata, autodichiaratamente nulla, quasi inesistente per i sensi, disonesta anche nell’ottica meramente commerciale: si tratta di un film costato ufficialmente centomila dollari (quindi dal rientro economico assicurato) e con divieto americano R (quindi potenzialmente predisposto a determinati elementi visivi di una certa forza) ma tutt'altro che creativamente libero; che non sembra nemmeno rispettare lo spirito del genere a cui appartiene e che non può destare interesse visivo neanche per i più tenaci appassionati. Di certo non è il primo e non è l’ultimo, ma una exploitation del genere è ormai fuori tempo massimo quanto l’idea stessa di found footage, almeno in questa concezione ormai "classica".

Trailer di The Gallows: L'esecuzione

Voto della redazione: 

1

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