Quick Change (2013), secondo lungometraggio di Eduardo Roy Jr. , dopo Bahay Bata (2011), lascia già pensare a una possibilità aperta per il corpo transgender di deformazione, mutazione illimitata. Nelle prime sequenze la siringa piena di liquido collagene è impugnata in maniera più seducente di una dose di eroina: la felicità è a poca distanza. Bastano pochissimi secondi, trattenere il fiato per brevi dolori e il gioco è fatto. Quick Change è davvero la trasformazione veloce, immediata di parti del corpo: sedere e viso sembrano i più colpiti da questa brama, tanto che un buon quinto del film passa attraverso le stesse ripetute procedure. La vita della protagonista Dorina Pineda (Mimi Juareza), trans, operatrice e non dottore della benefica piccola-grande chirurgia cosmetica, scorre quasi lieve con un nipote affidato che accompagna a scuola e che fa i compiti con tutto il gruppo delle drag queen e un amante in apparenza molto aperto ma che non sopporta la vista del pene della fidanzata.
Eduardo Roy riesce a non separare il lato puramente documentaristico, molto forte, di un paese le Filippine e Manila che si respira direttamente grazie alle riprese con la camera a mano per niente scolastiche più inserimento coloristico di un’attrazione turistica locale, l’Amazing Show dove si nominano le Miss Gay Universo, e dall’altra parte i sentimenti dei vari personaggi che non sono mai spinti verso gli effetti scontati del solito banale melodramma. Per cui anche la seconda parte più tragica dove ci scappano le morti di due donne ci sta tutta. Juareza ha già vinto un premio come interprete nel 2013 al Cinemalaya Fest e non stupirebbe un’interessante continuazione di carriera in altre opere visto che finora nel curriculum appare di recente solo una serie tv.
Il cuore pulsante di quest’opera è senz’altro l’idea che infine il “corpo antiquato” non accetti alcuna forma di intervento. Quei centimetri di pelle prima attraenti dopo i miracoli del collagene appaiono a poco a poco sempre più deturpati dalla presenza della stessa sostanza: è molto efficace la sequenza in cui vediamo il petto e le gambe sfigurate di Trixie dopo essersi sottoposta all’ennesimo trattamento. Il corpo può anche essere accettato così com’è e anche un organo genitale in più o in meno forse non fa tanto differenza.
Per condividere o scaricare questo video: TV Animalista