Una nuova serie fumettistica dedicata al celebre detective Martin Mystère debutterà, la prossima settimana, in anteprima alla cinquantesima edizione del Lucca Comics & Games. Scoprite con noi tutti i dettagli
Come sarebbe stato Martin Mystère se fosse nato oggi, anziché nel 1982? Lo svela la nuova miniserie dedicata al Detective dell’Impossibile: un viaggio tra le opere di Leonardo da Vinci, gli Uffizi, invincibili Golem, terrificanti Mummie, crudeli Demoni e gli insoluti misteri di Atlantide.
In molti conoscono Martin Mystère, il Detective dell’Impossibile che si occupa dei più incredibili misteri che costellano la nostra Cara Vecchia Terra. Ma Martin Mystère è nato nel 1982, quando il mondo era completamente diverso da quello di oggi, quando i computer cominciavano timidamente a entrare in qualche casa, quando internet e telefoni cellulari erano di là da venire. Molte cose sono cambiate da allora. Ma quindi: come sarebbe stato Martin Mystère se fosse nato oggi, trentaquattro anni dopo?
Nasce da qui Martin Mystère, le Nuove Avventure a Colori. Non un remake, non un reboot, non un prequel, né un ultimate, ma un po’ di tutte queste cose insieme: una serie dove i personaggi del Martin “classico” saranno ri-presentati in nuove e sorprendenti vesti. Martin Mystère, le Nuove Avventure a Colori – il cui primo episodio arriverà in fumetteria dal 3 novembre e in edicola dal 5 novembre - sarà presentato in anteprima assoluta a Lucca Comics & Games impreziosito da un cofanetto speciale che unirà il primo e il secondo numero – in anticipo di un mese – in un packaging da collezione. Voluta e supervisionata da Alfredo Castelli, creatore di Martin Mystère, la nuova miniserie è curata da Giovanni Gualdoni, che coordina per l’occasione una ben oliata équipe di sceneggiatori, disegnatori e coloristi.
Spiega Alfredo Castelli: “Il progetto per Martin Mystère NAC (“Nuove Avventure a Colori”) è nato un paio di anni fa, quando era stata ventilata la possibilità di una serie televisiva dal vivo con le avventure del Detective dell’Impossibile; le trasposizioni tra un mezzo narrativo e l’altro impongono sempre cambiamenti, così provai a immaginare cosa avrei fatto io. Come prima cosa avrei ringiovanito Martin (che nel fumetto “classico” ha superato la settantina) per non trasformare la serie in una sitcom tipo “Villa arzilla”. Pur se con dispiacere, avrei eliminato Java, perché in un film realistico un uomo che si esprime ringhiando rischia di essere ridicolo.
Avrei ambientato le vicende in Italia, un setting che ritengo ideale e che, oltretutto, avrebbe ridotto i costi di produzione. Ultimo, ma non certo per importanza, avrei svecchiato il ritmo della sceneggiatura, privilegiando sequenze brevi e incalzanti. Dei telefilm non si fece niente, ma mi rimase la voglia di scoprire come sarebbe stato Martin Mystère se fosse stato ideato oggi anziché nel 1982, così proposi di realizzarne una versione a fumetti, e Davide Bonelli accettò coraggiosamente di correre il rischio. Per la prima volta nella storia della Casa editrice, il “romanzo” non fu scritto da autori singoli, ma da “I Mysteriani”, pseudonimo per un gruppo di sceneggiatori (Andrea Artusi, Diego Cajelli, Giovanni Gualdoni, Ivo Lombardo, Enrico Lotti, Andrea Voglino) coordinati da Giovanni Gualdoni e da me supervisionati con molta discrezione. Per quanto riguarda i disegnatori, presto scoprirete che non sono quelli della serie “classica”, ma autori nuovi o che vi hanno collaborato di rado. Questo per la stessa ragione per cui non ho voluto scrivere io i testi: dopo tanti anni sarei (saremmo) ricaduto/i inevitabilmente nei consueti modismi narrativi e grafici, rischiando di produrre un clone ringiovanito a forza, con la pelle tirata e le labbra a canotto. A tutti, una buona e giovanile lettura”.
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