Ritratto di Claudio Cirillo
Autore Claudio Cirillo :: 19 Luglio 2014
Il cinema, rappresentazione visiva di sogni e desideri

Vittorio Gassman, un attore che celava la sua timidezza

Vittorio Gassman in Il sorpasso

Il rapporto tra Claudio Cirillo e Vittorio Gassman è sempre stato duro quanto profondo. Tra alcuni aneddoti divertenti, Cirillo ci presenta il “mattatore” del cinema italiano.

Vittorio Gassman si atteggiava in un determinato modo perché non voleva apparire “normale”. Diciamo che si comportava da burbero e sfrontato per non mostrarsi per quello che era: una persona molto timida. 

Sapete come ci siamo conosciuti? Sul set di C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. Dovevamo fare i provini per l’invecchiamento. Ci siamo incontrati in un teatrino. Era un gigantone Vittorio! Ad un certo momento, Scola ci presenta e lui mi domanda: «noi non abbiamo lavorato insieme, vero?». Ci siamo presentati e subito dopo mi dice: «caro Claudio, devi sapere che se c’è una categoria nel cinema che io odio particolarmente è proprio la tua. Quindi con me saranno dolori. Non voglio spaventarti ma devi sapere come la penso».

Era spietato! Non era ironico quando parlava così, forte anche del fatto che fosse attore. Beh, io gli ho detto quello che pensavo: «caro Vittorio, ti spiego perché tu odi la mia categoria. Tu sai perfettamente che noi siamo depositari della macchina da presa e tu hai avuto occasione di impossessartene perché hai fatto anche il regista. Ma non ci sei riuscito». La macchina con Vittorio è stata riluttante. Lui non ha avuto dimestichezza perché la visualizzazione è al di là dell’arte. Scola ha assistito alla nostra conversazione ed è raggelato. Io ho anche pensato che sarebbe saltato il lavoro, probabilmente non avrebbe accettato più di lavorare con me. E invece, Vittorio, con un fare possente, appoggiando la sua mano sulla mia spalla, ha detto ad Ettore: «ci divertiremo durante il film con questo signore».

Vittorio Gassman non voleva cedere all’amicizia, non voleva dare l’impressione di essere timido. Per farvi capire meglio, faccio un salto, parliamo di Profumo di donna. Gassman aveva una sarta personale, Carmen. Durante delle riprese in esterno, Carmen mi chiese se potessi andare a pranzare con Vittorio. «Claudio, vai da lui, si intende solo con te» bonariamente mi disse la sarta che mi fece promettere che non era stata lei a dirmelo. Lui era dentro una roulotte. Fu un botta e risposta: «Vittorio! Sono Claudio, posso entrare?», lui: «che ca... vuoi?». Con una scusa, comunque sono riuscito ad entrare e lui mi ha lasciato il suo posto a tavola. Ma ha riattaccato con il suo fare “antipatico”: «ora Claudio, raccontami tutto quello che sai della tua inutile categoria». Io gli risposi provocatoriamente dicendo: «perché l’attore propriamente detto nasce inglese?». Lui ha sorriso e ha detto: «hai ragione ma con l’eccezione per gli attori napoletani, sono un capitolo a parte». E si andava avanti così, tra citazioni di film e di opere teatrali. Abbiamo avuto un rapporto culturale alto!

Vittorio Gassman era un mostro di attore ma aveva ragione la sua sarta Carmen, solo con me riusciva ad aprirsi in un certo modo. Era certamente una persona difficile nei modi ma lo ricordo con tanto affetto! Abbiamo girato tanto insieme su tanti set. Per capirci, un giorno eravamo tutti sul set, è arrivato lui ed ha esordito dicendo: «beati voi che non capite un ca... ». Era forte Vittorio!

Se mi capita di incontrare il figlio Alessandro, mi piacerebbe raccontargli un fatto: Vittorio mi ha confessato che il più bel film che abbia mai recitato è stato Profumo di donna, di cui vi racconterò un’altra volta…

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