Quando l'Africa era alla Magliana
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Ho lavorato a ogni sorta di film, da quelli d’autore alle commedie con Ciccio e Franco. Mi è capitato di lavorare anche con Ruggero Deodato, a film horror di serie z: divertenti, ma senza alcun riscontro di pubblico. Con Mario Bava ho lavorato a un documentario, come direttore della fotografia: giravamo in un monastero dove sua sorella era suora. Siamo stati insieme quindici giorni e ci siamo divertiti: mi ha insegnato molto su luci e illuminazione. Ho lavorato anche con Enzo G. Castellari in “Vado, l’ammazzo e torno” del 1967: in questi film i villaggi del Far West venivano ricostruiti a Cinecittà e per le scene ambientate nel deserto si andava in Spagna.
Il secondo film a cui ho lavorato come aiuto era un peplum con Steve Reeves girato parte in Egitto e parte nelle Grotte di Solone, cave sulla Tiburtina. Altrimenti, per rappresentare il deserto, si girava alle cave della Magliana. Tutti i film venivano girati in genere a Roma e dintorni, non c’era la tendenza odierna a spostare le produzioni in base alla Film Commission.
Ho lavorato sempre a Roma e qualche volta in Africa: ho girato in Rhodesia "Safari Express", un film di Duccio Tessari del 1976 con Giuliano Gemma e uno scimpanzé. Giravamo sul Lago Vittoria e io mi divertivo a fare scherzi allo scimpanzé: in realtà ce n’erano due, uno professionista che arrivava dagli States con il suo addestratore, e una comparsa. Ho bersagliato quest’ultima per tutto il tempo delle riprese, per quindici giorni l’ho spruzzata con l’acqua e l’ho riempita di dispetti: alla fine del film mi guardava con un odio feroce. Sono sicuro che se si fosse liberata dal guinzaglio, avrebbe certamente tentato di ammazzarmi!
Quando ho cominciato, nel 1961, il cinema aveva già minimamente subito l’”attacco” della televisione, ma ancora si giravano 280 film all’anno, tra film “seri” e produzioni commerciali. Oggi l’industria romana si basa quasi esclusivamente sulle fiction tv.
Anche l’esperienza sul set di film a basso budget mi ha insegnato molto del mestiere: certo, lavorare con grandi attori e registi era un'altra cosa, ma si impara a tutti i livelli. È importante, per chi vuole intraprendere questa carriera, lasciare da parte lo snobismo ed essere pronti a imparare.
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