Yves Saint Laurent e Grace di Monaco sono gli ultimi due film biografici usciti nelle grandi sale, ma qual è il vero successo di questo genere?
I film biografici, dal gergo cinematografico biopic, mettono in scena le vite di personaggi realmente esistiti, che spesso hanno avuto una notevole importanza e influenza nella società del passato e del presente. In ordine di apparizione gli ultimi due, di cui si parla molto in questi giorni, sono Yves Saint Laurent di Bertrand Bonello e Grace di Monaco di Oliver Dahan presentati all’ultima edizione del Festival di Cannes.
Tale genere è caratterizzato da cast stellari e punti di vista narrativi controversi, poiché oltre ad evidenziare l’ascesa e la ribalta di questi grandi uomini e donne ne mettono in luce le debolezze, i tormenti e le passioni tipici di qualsiasi altro essere umano privo di potere. In questi ultimi anni sono stati diversi i film biografici proiettati nelle grandi sale, tra i più famosi ricordiamo: Diana - La storia segreta di Lady D., Jobs, Mandela: Long Walk to Freedom, Il quinto potere, Lincoln, J. Edgar, Marilyn, The Iron Lady, The Social Network, Coco avant Chanel - L’ amore prima del mito, Che - L’argentino, Milk e The Queen. Sono esempi di film che vogliono anche scavare nel passato per trovare delle somiglianze nelle contraddizioni del presente, facendo riflettere. Gli attori che li interpretano diventano a loro volta delle icone, poiché il più delle volte sanno identificarsi magistralmente con il personaggio messo in scena. Cresce quindi sempre di più l’interesse da parte dei registi nel raccontare tali vite e a romanzarle, per farle conoscere al grande pubblico, anche a costo di irritare chi conosceva personalmente queste persone e che spesso non condivide le tematiche affrontate.
Non sono quindi mancate le polemiche anche per le ultime due pellicole approdate a Cannes, la famiglia Grimaldi ha criticato ampiamente il lungometraggio sulla principessa Grace considerato lontano dalla realtà dei fatti, tanto che quest’anno si è rifiutata di partecipare alla cerimonia di apertura del Festival. Il regista, dal canto, suo ha difeso il proprio diritto di poter realizzare un lavoro artistico più che storico. Anche la casa di moda francese di Yves Saint Laurant non ha apprezzato come il proprio fondatore sia stato rappresentato.
Non bisogna dimenticare che il cinema è un’arte, che descrive la realtà in vari modi e a volte può distorcerla. Il successo di tale genere dipende molto dal modo in cui vengono interpretano i fatti e dal punto di vista da cui questi vengono mostrati. A volte non ottiene il consenso della critica e del pubblico a causa delle scelte narrative e stilistiche poco originali, altre attira l’attenzione dello spettatore che è interessato ad avere una finestra sulle vite dei personaggi famosi che ama.
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