Ecco alcuni consigli dal direttore della fotografia Ryan E. Walters per diventare un film-maker indipendente.
E così, hai deciso di lasciare il tuo lavoro e avventurarti nell'eccitante mondo del lavoro indipendente, dove hai tutto il tempo libero che vuoi, puoi decidere il tuo orario di lavoro e la vita è sempre bella? O almeno così sembra mentre siedi alla tua scrivania finendo di scrivere la tua lettera di dimissioni.
È vero, ci sono molti vantaggi nella vita del lavoro indipendente. Tuttavia, non è per i deboli di cuore, visto che porta con sé tutta una serie di nuove lotte. Ryan E. Walters ci offre qui di seguito ben 7 suggerimenti su come aver successo nel mondo del lavoro indipendente, in modo che queste difficoltà siano ridotte e più facili da affrontare.
1. conosci il tuo budget e prepara dei risparmi
Calcolare sempre il costo giornaliero. Sapere al centesimo quanto devi guadagnare ti permetterà di ideare realisticamente un piano d'azione. Oltre a conoscere l'ammontare del tuo budget minimo, raccomando almeno 3-6 mesi di risparmi. Non solo questo ti aiuterà quando il lavoro scarseggia, ma ti darà la sicurezza necessaria a dire "no" a certi lavori. C'è una montagna di lavori pagati poco o niente in questo giro, e ci sono altrettanti tizi ansiosi di un'opportunità di entrare nel ruolo. Ma questo non significa che questi progetti siano buoni, o meritevoli del tuo tempo. Se hai dei risparmi da utilizzare, sai da dove arriverà il prossimo pasto, e potresti essere più selettivo nell'accettare i lavori. Se hai deciso che accettare lavori che pagano poco o niente, sarà meglio sviluppare un criterio che ti aiuti a decidere se un progetto offre buone possibilità. Periodicamente si prendono lavori che pagano poco o niente se rientrano nei criteri che vengono preventivamente decisi. Per esempio, alcune delle domande che bisogna porsi sono: lavorerò con gente che mi piace? Sono interessato al progetto? Mi entusiasma? Avrò la possibilità di imparare qualcosa di nuovo? Avrò la possibilità di essere creativo e superare i miei limiti? Il progetto sarà completato? Ho fiducia che la gente con cui lavoro andrà fino in fondo? Quanto inciderà sul mio attuale programma di lavoro? Ho a disposizione gli strumenti e il tempo per ottenere risultati soddisfacenti? La risposta a queste domande influenza direttamente la mia scelta di dire sì o no a qualunque progetto specialmente a quelli che pagano poco o niente. Conoscendo il tuo budget e avendo dei risparmi sarai libero di fare scelte di lavoro più sagge che faranno progredire la tua carriera e le tue capacità, piuttosto che accettare qualunque lavoro che ti capita giusto perché c'è l'affitto da pagare. (Nota: per quanto mi riguarda, avere dei risparmi mi ha anche permesso di rifiutare lavori ben pagati dove non mi fidavo della gente coinvolta nel progetto. Sarai più soddisfatto facendo scelte motivate non puramente dai soldi).
2. dai il 110%
Pensa a ogni nuovo progetto su cui lavori come a una carta d'identità per il successivo. Ecco perché se decidi di accettare un lavoro devi dare tutto, indipendentemente dalle circostanze. Non appena cominci a utilizzare scuse come la bassa remunerazione, l'orario di lavoro, e via dicendo, e lasci che questo influisca negativamente sul tuo lavoro, stai pur certo che i tuoi datori di lavoro se ne accorgeranno e saranno meno predisposti a lavorare con te in futuro. Quindi, sii professionale. Se invece, farai un buon lavoro, e darai tutto te stesso, allora verrai notato, e le persone con cui hai collaborato saranno più propense a lavorare nuovamente con te.
3. network, network, network
È tutta una questione di numeri. Più persone conosci, più sono le persone che ti conoscono e sanno cosa fai, più grande sarà il tuo flusso di riferimento, e più avrai possibilità di lavoro.
Perciò vai e sviluppa relazioni con persone dell'"universo cinema" (attori, editori, altri cineasti), perché non si sa mai da dove potrà saltar fuori il prossimo lavoro. Potrebbe non essere facile, potresti non esserci portato e avere l'inclinazione per farlo. Eppure, più lo fai, più a tuo agio ti senti, e più relazioni costruisci. Meno lo fai, più a lungo rimanderai la creazione di un'agenda. Perciò fallo, anche se ti mette a disagio.
4. sii adattabile
L'industria audio-visiva è piena di mutamenti: niente rimane sempre lo stesso. Se decidi di rimanere fermo, lottando per tenere le cose sempre uguali, alla fine sarai scavalcato da qualcun' altro che si è adattato e si è tenuto al passo con un mondo in continuo cambiamento. Sii aperto a fare cose differenti e in modo differente rispetto a quelle che sono state fatte fino a quel momento. Alvin Toffler nel suo libro Future Shock lo riassume perfettamente: "Il cambiamento non è solo necessario alla vita, è la vita. L'analfabeta del futuro non sarà la persona che non sa leggere e scrivere, ma quella che non saprà imparare, disimparare e imparare di nuovo"
5. non fare affidamento solo sui segreti del mestiere o sulla tecnologia
La tecnologia è un rasoio a due lame. Ti permette di fare il tuo lavoro, ma allo stesso tempo lo semplifica sempre più. Ci sono persone che si affidano completamente alla tecnologia che usano come unico carburante per far accelerare la propria arte, come se gli strumenti utilizzati definissero un artista o un professionista. Se ti aggrappi alla tecnologia, prima o poi sarà lei a rimpiazzarti e tu diventerai obsoleto. Credo che al giorno d’oggi la tecnologia è arrivata a un punto di raffinatezza tale che praticamente chiunque può sostituire chiunque, a patto di avere i mezzi tecnologici per farlo. I pochi ostacoli che ancora rimangono a livello sia di software che di hardware verranno presto superati.
Inoltre, se punti tutto su una formula magica da utilizzare durante il processo di produzione, o su un modo preciso di lavorare in post-produzione, tieni presente che è solo questione di tempo prima che qualcun altro scopra come hai fatto e posti i tuoi segreti su internet. I tuoi assi nella manica non possono essere i segreti del mestiere e l’alta tecnologia. Devi avere qualcosa d’altro.
Quello che sempre di più separerà i professionisti del settore sarà la loro visione, il loro talento, il loro stile. Gli attrezzi, invece, dovrebbero rimanere tali, attrezzi, appunto. Strumenti per creare la propria arte. Posso comprare pennello e pittura al primo negozio d’arte che trovo, ma questo non mi rende automaticamente capace di dipingere la Cappella Sistina. Quello che mi separa da Michelangelo è la sua visione, il suo talento, il suo stile. Usa gli strumenti per far crescere il tuo talento, non per schiacciarlo.
6. diversifica
Moltiplica il più possibile tanto le tue fonti quanto le tipologie di lavori, in questo modo potrai sopravvivere in maniera più efficace ai cambiamenti di mercato. Per esempio, una fonte di introiti può provenire dai filmati di repertorio, oppure dalla produzione e dalla vendita di video di training, dal noleggio dell’attrezzatura, da servizi aggiuntivi ecc.
7. produci e possiedi i tuoi contenuti
Nel mondo dei freelance è la norma perdere un lavoro e mettersi immediatamente alla ricerca di un nuovo posto. Nell’industria cinematografica, tutta la “manovalanza” è assunta alla bisogna. Vengono assunti, fanno il loro lavoro, incassano l’assegno e poi avanti, un nuovo lavoro e un nuovo assegno. Alcuni continuano a ricevere introiti per lavori che hanno già concluso. Questi ultimi non fanno parte della manovalanza, ma si situano, per così dire, sopra l’asticella. Stiamo parlando di produttori, registi, attori, gli studi stessi… Anche il freelance dovrebbe ragionare in maniera simile, così da avere un flusso continuo di introiti, sia che stia già lavorando su un altro progetto, sia che si trovi in una situazione di bonaccia (dal punto di vista lavorativo). Un modo per ottenere questo flusso continuo è, per esempio, quello di produrre contenuti e prodotti mediatici per poi rivenderli come filmati di repertorio (che si possono fare pagare a pacchetto oppure a singolo download).
Seguendo questi consigli, il freelance potrà essere in grado di navigare agevolmente attraverso le proprie personali tempeste finanziarie e, cosa di non poco conto, vivere una vita privata e lavorativa piena e fruttuosa.
Ryan E. Walters è un direttore della fotografia statunitense. Il suo lavoro gli ha dato la possibilità di viaggiare in tutto il mondo alla ricerca di storie cinematograficamente coinvolgenti.
Questo articolo è tratto dal suo blog ryanewalters.com
[Leggi anche: Identikit dell'autentico filmmaker]
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