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Autore Redazione :: 25 Giugno 2018

È stata nominata la Giuria che selezionerà i dieci progetti finalisti del Premio Cesare Zavattini 2018, il concorso pubblico rivolto a giovani filmmaker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni

Cesare Zavattini

È stata nominata la Giuria che selezionerà i dieci progetti finalisti del PREMIO CESARE ZAVATTINI 2018, il concorso pubblico rivolto a giovani filmmaker professionisti e non, di qualsiasi nazionalità, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, dedicato al riuso creativo del cinema d’archivio.

A presiedere la Giuria sarà Susanna Nicchiarelli, che lavorerà insieme a Ugo Adilardi, Elisabetta Lodoli, Roland Sejko e Giovanni Spagnoletti per scegliere i dieci migliori progetti di cortometraggio documentario tra i tantissimi pervenuti. I rispettivi autori potranno prendere parte a un percorso di formazione e sviluppo con importanti professionisti del cinema italiano, utile ad approfondire le proposte e a confrontarsi con le potenzialità creative del grande patrimonio cinematografico che la Fondazione Aamod, l'Istituto Luce - Cinecittà e gli altri archivi partner del Premio Zavattini mettono gratuitamente a disposizione.

“In questo momento – dichiara la presidente Nicchiarelli – credo che più si incoraggiano i giovani registi e sceneggiatori alla sperimentazione di nuovi linguaggi più ne possiamo trarre tutti ricchezza, perché il cinema più “libero”, se così lo vogliamo chiamare, è in una fase di fermento e ridefinizione dei propri linguaggi e confini. Il riuso del materiale di repertorio tra le possibilità linguistiche degli ultimi anni si è rivelato estremamente appassionante, sia per gli autori che per gli spettatori: io stessa ne ho fatto ricorso nei miei film e documentari e trovo che capire come immagini girate con uno scopo possano assumere una emotività completamente diversa in un contesto nuovo, significa comprendere a pieno non solo il valore storico di queste immagini, ma anche la forza comunicativa delle immagini in quanto tali, la responsabilità di chi le gira e le monta e la potenza che esse mantengono nel tempo. Poter attingere ad archivi come quelli dell’AAMOD e del Luce è uno stimolo incredibile e sono sicura che ci saranno molte idee interessanti" .

"Ringrazio Susanna Nicchiarelli – continua Antonio Medici, direttore artistico del Premio - per aver accolto la proposta di presiedere la Giuria del Premio Zavattini 2018, e Ugo Adilardi, Elsabetta Lodoli, Roland Sejko, Giovanni Spagnoletti di aver accettato di farne parte. Rappresentano professionalità importanti del nostro cinema, che possono valutare al meglio le tante proposte progettuali che sono giunte nell’ambito del Premio, in sintonia con il suo obiettivo volto a stimolare creatività e sperimentazione nel riuso del cinema d’archivio, senza rinunciare al confronto critico con la memoria, con la ricerca di senso e con le domande più urgenti del presente”.

Gli autori delle opere finaliste avranno la possibilità di partecipare a un percorso formativo e di sviluppo guidato da affermati professionisti. Al termine dell’itinerario formativo, la stessa Giuria sceglierà tre progetti vincitori che, oltre a utilizzare liberamente (con licenze Creative Commons) il materiale filmico dell’Aamod e degli archivi partner, tra cui quello dell'Istituto Luce-Cinecittà, riceveranno servizi gratuiti di supporto per la realizzazione dei cortometraggi (produzione e post-produzione) – la cui fase di lavorazione è prevista fra gennaio e giugno 2019 - e la somma di 2.000 euro per ciascun progetto realizzato.

L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, sostenuta dalla Siae e dal MiBACT, attraverso il bando “Sillumina”, e dalla Regione Lazio, e realizzata in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà e con la partecipazione della Cineteca Sarda, Deriva Film e Officina Visioni. Il Premio si avvale di un Comitato di Garanti presieduto da Arturo Zavattini e composto dai rappresentanti di tutte le istituzioni che contribuiscono a realizzarlo.

Sito ufficiale: http://premiozavattini.it

I GIURATI:
SUSANNA NICCHIARELLI
Ha scritto e diretto molti corti e documentari, e due lungometraggi: "Cosmonauta", del 2009, vincitore del premio Controcampo alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e nominato come miglior esordio ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, e "La Scoperta dell’Alba", del 2013, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Ha realizzato anche due corti di animazione in stop-motion: "Sputnik 5", presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, vincitore del Nastro d’Argento e distribuito nelle sale assieme al film "Cosmonauta", ed "Esca Viva", presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2012.
Ha partecipato alla 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con "Nico", 1988, biopic incentrato sugli ultimi anni della cantante Christa Päffgen, in arte Nico. Il film, molto apprezzato dalla critica, ha vinto il premio Miglior Film nella sezione Orizzonti ed è uscito nelle sale italiane il 12 ottobre 2017.
 
UGO ADILARDI
Regista, produttore e direttore della fotografia, inizia a lavorare nel 1968 realizzando documentari socio-politici e antropologici. Nel 1988 fonda con Marco Visalberghi e Gianpiero Tartagni la società Paneikon. Si specializza nella realizzazione di documentari naturalistici e realizza importanti coproduzioni con i maggiori broadcaster internazionali, tra cui National Geographic, BBC, Discovery Channel, NHK Tokio, Canal +. Tra i suoi film si ricordano: Goodbye Anatolia (1976), L'addio a Enrico Berlinguer (1984), L'amico immaginario (1994) e Un silenzio particolare (2004).
 
ELISABETTA LODOLI
Laureata in filosofia a Bologna, nel 1989 ha ottenuto un master in regia cinematografica e televisiva presso il California Institute of the Arts di Los Angeles. Nello stesso anno dirige il suo primo cortometraggio intitolato "Off Season" che vince il Gabbiano d'Argento al Festival di Bellaria, in Romagna. Nel 1996 dirige e cura la sceneggiatura del film "La Venere di Willendorf" che ottiene una nomination in Olanda, al Rotterdam International Film Festival[2]. In seguito ha lavorato principalmente per la televisione italiana, dirigendo tra l'altro il film per la tv "Più leggero non basta" (1998) Tra i suoi documentari "Ma l’amore c’entra?", incentrato sulla violenza contro le donne nelle relazioni affettive, testimoniata da uomini coinvolti in maniera diretta.
 
ROLAND SEJKO
Dal 1995 lavora presso l’Archivio Storico dell’Istituto Luce Cinecittà dirigendo la redazione di archivi cinematografici. È stato per molti anni direttore responsabile di "Bota Shqipatre", l’unico periodico in albanese pubblicato in Italia. Nel 2008 realizza come sceneggiatore e regista il suo primo documentario, “Albania il paese di fronte” prodotto da Istituto Luce e History Channel. Nel 2013 firma come sceneggiatore e documentarista "Anija - la nave". Presentato per la prima volta al Torino Film Festival e poi distribuito nei cinema italiani, "Anija" ha partecipato a decine di festival e ha vinto il David di Donatello come miglior documentario dell'anno.
Nel 2014 ha realizzato più di 20 installazioni video come curatore artistico e direttore della mostra "Luce: immaginario l'italiano" aperta da diversi mesi nel Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma. Tra le sue ultime opere: il lungometraggio documentario "Pritja" (2015) e "L'attesa", unico film italiano in concorso al Taormina Film Fest 2016.
 
GIOVANNI SPAGNOLETTI
Professore di Storia e Critica del Cinema all’Università "Tor Vergata" di Roma, è stato direttore artistico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. È il direttore della rivista trimestrale di studi cinematografici "Close-up" e del mensile su Internet "Close-up on Line". Autore e/o curatore di più di sessanta pubblicazioni ha collaborato e/o collabora a "Studi Germanici", "Bianco&Nero", "Cineforum", "Altro Cinema", "Movie", "Il Manifesto", "L’Unità", "Il Mattino", "Rinascita", "L’Espresso", a RAI 3 e ai quotidiani tedeschi "Süddeutsche Zeitung" e "Frankfurter Rundschau" (Francoforte).

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