Il professore dell'UCLA Corey Mandell ci spiega quali siano gli errori più comuni degli aspiranti sceneggiatori. Preparate carta e penna e iniziate a prendere appunti!
Secondo il professore dell'UCLA Corey Mandell, tra tutte le sceneggiature che vengono sottomesse alle varie case di produzione, solo il 2% finisce per essere considerato dai capi, mentre il rimanente 98% viene direttamente cestinato. Ecco gli errori più frequenti che sono stati scovati in questi poveri script buttati via senza pietà:
- Le scene mancano di conflitto, ovvero di quell'elemento che invogli un lettore a proseguire oltre le prime pagine. Gran parte delle sceneggiature di oggi viene scartata già dopo alcune righe. Allenatevi a scrivere in maniera più invitate e affascinante.
- Lo script è troppo scolastico. Ad esempio, usate ancora la tipica suddivisione di scene attraverso i numeri. Queste cose le trovate solo nei manuali low cost che vi propongono in libreria, ma nella vita reale sarebbe meglio dimostrare più creatività e originalità.
- I personaggi sono degli stereotipi. Soprattutto il protagonista. State bene attenti a delineare i vostri character, perché se non hanno una particolare profondità o qualche segno distintivo, saranno ritenuti banali.
- I cattivi sembran usciti dai cartoni animati. Il villain moderno non può più essere cattivo solo per il gusto di esserlo. Bisogna dare delle sfumature, arricchirli attraverso dei nuovi espedienti narrativi.
- Le logiche sono poco credibili. E su questo, forse, siamo tutti d'accordo: la verosimiglianza regna ancora sovrana nell'industria.
- La storia è troppo asciutta. 20 pagine di storia dilatate in 200 pagine di script non vi porteranno da nessuna parte, a meno che non siate Tsai Ming-liang o Lav Diaz. In tal caso, però, allora potete fare a meno dell'industria.
[Leggi anche: Consigli per aspiranti sceneggiatori da parte di un professionista hollywoodiano]
- I conflitti non hanno conseguenze. Ovvero: si presenta un problema, viene risolta, ma poi la storia procede senza cambiamenti.
- La narrazione è ripetitiva. Nel senso: la storia si deve evolvere in maniera palese ed evidente. La ripetizione crea noia non soltanto nelle persone che leggono i vostri script, ma anche negli spettatori che eventualmente (non) vedranno il vostro lavoro sul grande schermo.
- La storia parte troppo tardi. Molti scrittori tendono ad usare le prime pagine per preparare il terreno, descrivendo i vari personaggi, ambientazioni, background e mood. Facendo così, però, la storia finisce per arrivare solamente quando il produttore di turno ha già bruciato la sceneggiatura.
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