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Autore Erika Favaro :: 24 Ottobre 2016

Un tutorial di Paddy Bird (Inside The Edit) spiega la tecnica del dramatic sync tempo

Timeline

Il montaggio cinematografico si potrebbe benissimo chiamare “l’arte della manipolazione”. Non c’è niente di più affascinante del pensare a quanto il modo in cui le immagini vengono accostate influenzi i sentimenti dello spettatore. Uno sguardo, un modo di dire “ciao”, una fuga… qualsiasi azione può essere interpretata in modo diverso a seconda del montaggio.

Fondamentale è anche essere consapevoli del fatto che il montaggio – insieme alla sceneggiatura – serve moltissimo a impostare il ritmo del racconto, a dilatare o velocizzare e quindi è anche in grado di rafforzare toni comici o drammatici.

Chi se ne occupa (o semplicemente chi ne è appassionato) sa che in rete esistono decine di tutorial sulle diverse tecniche e sui software più comuni; quello che vi proponiamo oggi è un video realizzato da Paddy Bird, montatore di documentari e fondatore del sito Inside The Edit dove dà molti consigli e dove propone i suoi corsi.

In Dramatic sync tempo si approfondisce appunto l’uso di questa tecnica che Bird utilizza per aumentare la drammaticità delle scene, trucco basato appunto sull’idea di decomprimere e dilatare il tempo della narrazione.

È un po’ come giocare con le emozioni delle persone? In un certo senso sì, ma qui sta proprio il lato divertente ed affascinante del montaggio. Il tutorial quindi suggerisce di inserire delle pause narrative proprio in corrispondenza di reazioni forti (ad esempio quando il personaggio piange o ha paura) in modo da enfatizzarle senza risultare eccessivi. Spesso i momenti di commozione più autentica durano poco prima che il soggetto intervistato si renda conto di essersi esposto un po’ troppo di fronte alla telecamera; il trucco allora è quello di agire direttamente sulla timeline e spezzettare quel momento in modo da “sfruttarlo” il più possibile.

[Leggi anche: La storia del montaggio in 10 sequenze di cinema d'autore]

Il tutorial ovviamente prosegue, prendendo come esempi delle interviste a Anthony Epes, un fotografo che ah lavorato ad un progetto sulle città all’alba. È sempre interessante capire qualche trucco del cinema, anche solo per il gusto di dimenticarselo una volta entrati in sala.

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