Tutorial per produzioni a basso costo: ecco cos'è il documentario sul making of di "Fuori di testa" di Peter Jackson, film cult del 1987 dove il regista costruì da sé, per far fronte al basso budget, stabilizzatore d'immagine, dolly, crane e altro!
Quando si hanno pochi mezzi per girare un film si può anche creare gli strumenti con un classico "fai da te", proprio come fece Peter Jackson per portare a termine il suo primo lungometraggio, Fuori di testa (Bad Taste), uscito nel 1987 e divenuto un cult assoluto come l'altrettanto noto Splatters - Gli schizzacervelli: due film che testimoniano l'inventiva e la genialità del regista, approdato nel nuovo millennio alla saga fantasy più fortunata di sempre, Il signore degli anelli, seguita poi dall'altro adattamento dagli scritti di Tolkien, Lo Hobbit.
Testimonianze e preziose spiegazioni sulle tecniche utilizzate per Fuori di testa sono illustrate nell'ottimo documentario del 1988 Good Taste Made Bad Taste, che illustra i mezzi di fortuna e gli strumenti letteralmente costruiti da Jackson, prima che un aiuto finanziario di una commission potesse definitivamente sigillare il suo primo film. Per un filmmaker questo documento visivo è molto importante perché è possibile imparare delle scorciatoie vincenti in situazioni di disagio e saper sfruttare oggetti apparentemente inutili. Così come uno sceneggiatore dovrebbe badare a come è costruita la sceneggiatura di Chinatown per capire qualche segreto sullo sviluppo dell'intreccio e del soggetto.
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Nei video di cui si compone il documentario si può capire come Jackson si è creato dal niente uno stabilizzatore d'immagine, un dolly, un crane e così via: tutto frutto dell'improvisazione e di una congenita genialità. Involontariamente questo è diventato un tutorial per ogni produzione low-budget che ogni filmmaker si appresta ad affrontare.
Non solo attrezzature di fortuna, ma anche costumi, maschere e tutto il resto, visto il genere tra science-fiction e splatter che vede degli alieni avidi di carne umana invadere una piccola cittadina. Il film fu girato da Jackson e un gruppo di amici nei weekend lungo l'arco di quattro anni: la New Zealand Film Commission intervenne con una manna dal cielo di 235.000 dollari di budget per concludere il film, mentre il regista aveva iniziato a girare con soli 25.000 dollari.
Jackson cucinò personalmente tutte le maschere nel forno della madre e filmò il 90% del film con una Bolex di seconda mano che non registrava il suono, che significò dover doppiare tutto in post-produzione. Inoltre creò una steadycam grazie a un dispositivo a molla da 20 dollari, binari di legno per il dolly e un arsenale di armi fatte di tubi di alluminio.
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