Quali sono i film più belli di Alfred Hitchcock? Dal periodo inglese a quello americano, i must di Hitch tra thriller, spy story e dramma psicologico
Non è facile stilare la classifica dei migliori film di Alfred Hitchcock, il più grande maestro della suspense cinematografica oltre che artigiano puntiglioso e dedito alla perfezione. Le sue due incarnazioni, inglese e americana, hanno prodotto un'incredibile quantità di film, quasi tutti di un livello tecnico notevole e alcuni dei quali diventati classici intramontabili del cinema. Ma quali sono i film di Hitch che proprio non si possono non vedere?
Ecco una probabile lista di film prescelti.
IL CLUB DEI 39 (The 39 Steps, 1935) - Spy thriller tra i migliori prodotti del periodo inglese.
LA SIGNORA SCOMPARE (The Lady Vanishes, 1938) - Capolavoro tra nonsense e black humour, forse il suo film inglese più conosciuto, oltre che il penultimo prima dell'arrivo a Hollywood.
NOTORIOUS - L'AMANTE PERDUTA (Notorious, 1946) - Molto più che la scena da tutti ricordata del bacio di tre minuti tra la Bergman e Grant. La sua migliore spy story a stelle e strisce.
L'ALTRO UOMO (Strangers on a Train, 1951) - Thriller tosto e fuori dai canoni della morale sotto più punti di vista. Per questo non ebbe la fortuna che meritava.
LA FINESTRA SUL CORTILE (Rear Window, 1954) - Il film simbolo delle icone James Stewart e Grace Kelly.
LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE (Vertigo, 1958) - Hitch ammise il pasticcio che nacque da uno script troppo ambizioso, ma resta uno dei film più affascinanti di sempre.
INTRIGO INTERNAZIONALE (North by Northwest, 1959) - Spy story e action di grande e insolito ritmo. In realtà non amato da tutti, perché le troppe sequenze d'azione non sono andate giù ai puristi.
PSYCO (Psycho, 1960) - Il thriller psicologico sarebbe un'altra cosa senza questo film. Bianco e nero, colonna sonora, montaggio: ingredienti di uno dei film più paurosi di sempre.
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Sarebbero da tenere in considerazione anche Rebecca - La prima moglie (Rebecca, 1940), esordio hollywoodiano di Hitchcock che si aggiudicò due Oscar grazie a un impianto thriller perfetto e al confronto memorabile tra Laurence Olivier e Joan Fontaine; Nodo alla gola (Rope, 1948), non fosse altro che per il tentativo di girare in unico piano-sequenza, reso impossibile dalla lunghezza delle bobine e risolto con trucchi di cui Hitch non fu mai soddisfatto: come realizzare il delitto perfetto?; Il delitto perfetto (Dial M for Murder, 1954), brillante thriller casalingo legato anche ad alcune vicissitudini con il 3D, che la Warner voleva a tutti i costi. Nella prima sequenza l'inquadratura stringe in dettaglio su un dito che compone un numero, ma la camera 3D non era in grado di mettere a fuoco un dettaglio così piccolo: così fu costruito un telefono enorme (nella foto) e fu usato un finto dito in legno. Una delle migliori prove di Grace Kelly, opposta al marito malefico Ray Milland.
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