Dieci volti di attori che hanno fatto la differenza a confronto con coloro che erano stati scelti prima di loro
Cosa sarebbe successo se al posto di Arnold Schwarzenegger, Terminator avesse avuto la faccia di O. J. Simpson? E se Forrest Gump fosse stato John Travolta?
Il casting è un processo di selezione degli attori che lavora ben prima della fase di produzione, quando ancora cioè il film galleggia nell’aria sotto forma di idee, parole di una sceneggiatura e atmosfere in fase di creazione. Pertanto, chi si occupa di individuare i volti giusti per i personaggi giusti, che per tanta parte di film sono nettamente la carta vincente per il successo e l’immortalità della pellicola, è un elemento chiave nella catena di montaggio del cinema.
Eccovi quindi dieci dei numerosi (e magari mai svelati) errori di casting, corretti in tempo affinché certe pellicole di successo arrivassero nella forma e nel volto che oggi conosciamo.
Succede una volta che James Cameron si trova a valutare la proposta dell’esecutivo di Hemdale Pictures che gli vuole propinare O. J. Simpson come protagonista per il suo Terminator; va bene l’uomo alto e piazzato, ma non è che il ragazzone ispiri tutto sto terrore… Fortuna che Cameron se ne è reso conto da solo e ha optato per un T-800 austriaco.
Parliamo adesso di un confronto di volti che si è protratto su ben tre film: i due sono Tom Hanks e John Travolta. E i film in questione Splash, Forrest Gump e Apollo 13. Ci si potrebbe convincere che un John Travolta in stile Senti chi parla sul set di Splash non sarebbe stato così tremendo, ma per quanto riguarda la sostituzione di Tom nella storia dell’America del Ventesimo secolo, quello è quasi sacrilego.
Eccone un’altra tra l’assurdo e il ridicolo: il film in questione è Shining. Nel 2015 probabilmente non troveremmo nessuno che sappia dissociare Jack Nicholson come attore da quella interpretazione, né tanto meno la storia e il suo bagaglio di brividi da quel volto. Ecco, ora concentratevi e metteteci Robert de Niro. Lo so, è difficile. Uno sforzo doppio, e provate con Robin Williams. Spero non vi sia venuto un infarto.
Sarà che ho una grande stima per Frank Sinatra, ma lui al posto di Clint Eastwood nei panni dell’ispettore Callaghan non mi sembra così impossibile.
Veniamo invece al blasfemo. E parliamo di Matrix. I produttori avevano scelto in principio un volto che era sulla cresta dell’onda nel periodo, il quale però non si trovò catturato dalla sceneggiatura e lasciò il posto al perfetto Keanu Reeves. In seguito poi, la stessa prima scelta ha ammesso che, per la sua carriera, è stata una fortuna abbandonare Matrix per… Wild, Wild West. Già, si tratta di Will Smith, e siamo d’accordo con lui.
E se invece fosse stata l’alchimia di una coppia ad essere minacciata? Pensate ai Bad Boys per eccellenza: sì, ritorna Will Smith, accanto alla spalla Martin Lawrence, due attori scelti dopo che la Disney ha preso in mano il progetto. Prima di loro, la strana coppia: Lovitz and Carvey, idoli del Saturday Night Live.
Anche Nick Cassavetes ha sfiorato l’errore quando, per il casting di Le pagine della nostra vita, al fianco di Ryan Gosling avevano scelto Britney Spears. La cantante al tempo era in cerca di una carriera da attrice parallela, ma alla fine l’ha scampata Rachel McAdams.
Per una parte comica, a Jim Carrey hanno pensato un po’ tutti i direttori di casting; e così è stato anche per la parte di Elf – un elfo di nome Buddy. Il film ha avuto una lunga gestazione prima di arrivare sugli schermi nel 2003, e per molti anni Carrey era tra i candidati. Fortuna per Will Ferrell, che dal film ha tratto una spinta enorme, c’è stato un cambio di rotta.
[Leggi anche: Hollywood: le migliori trasformazioni e metamorfosi degli attori]
Ecco adesso una scelta che interessa il Re, Elvis Presley. In questa avventura è il suo manager Tom Parker a mettere lo stop ad una proposta che avrebbe richiesto il cantante nei panni di… un prostituto. Il film in questione è Un uomo da marciapiede (1969), la prima pellicola con visto di censura limitato a vincere agli Oscar; forse per Presley non sarebbe stato così male un Oscar nel curriculum. Ma ci è piaciuto anche il favorito John Schlesinger.
Concludiamo con un’altra icona e la peschiamo in una recente saga del fantasy: l’eterno Gandalf del Signore degli Anelli, Sir Ian McKellen. Un uomo, un’immagine, un volto, un film. E se fosse stato Sean Connery? Qui ci sarebbe da discuterne, anche con Peter Jackson visto che era la sua prima scelta. Pare però che Sean avesse un problema di durata delle riprese e un difettino di pronuncia: gli usciva “bobbits”, non “hobbits”…
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