Nuove dritte per i nostri aspiranti professionisti là fuori. Oggi ci occupiamo dell'ultima e più importante fase nella realizzazione di una pellicola: il montaggio!
Nuove dritte per i nostri aspiranti professionisti là fuori. Oggi ci occupiamo dell'ultima e più importante fase nella realizzazione di una pellicola: il montaggio! Per l'occasione, il sito filmmakerprocess ci segnala un video realizzato da Tony Zhou e Taylor Ramos; qui alcuni dei loro consigli:
ATTENTI AGLI OCCHI – Il video sottolinea il forte legame tra il montaggio e gli occhi dei personaggi. Spesso, è attraverso questi sottili e subliminali segnali che l'editor (e in automatico, gli spettatori) capisce il pensiero e lo stato emotivo dei character in scena. Quindi, se non trovate altre indicazioni nel quadro, seguite gli occhi: vi indicheranno dove compiere lo stacco.
LE EMOZIONI RICHIEDONO TEMPO – Un'affermazione forse un po' fuori tempo massimo, considerando i frenetici montaggi dei blockbuster di oggi. Ma sottolinea Zhou: “Le persone non sono macchine. Abbiamo bisogno di tempo per sentire le emozioni. E se il film non ci concede il tempo, allora l'emozione ci sfugge”. In sostanza: lasciate respirare le scene quando ne hanno bisogno.
VISIBILE/INVISIBILE – E qua, si tratta di pura storia del montaggio. Bisogna sapere la differenza tra uno stacco evidenziato/urlato (alla Godard, alla Ejzenstejn) e uno che invece è impercettibile (il cinema classico americano): il vostro più grande lavoro consiste esattamente nel capire quale tipo di taglio e raccordo utilizzare per servire al meglio la scena e l'emozione che il regista intende portare.
IL RITMO NATURALE – Ogni girato possiede il suo ritmo naturale, magari dettato da un movimento ripetuto piuttosto che da una cadenza. Prima di poter decidere i tagli, bisogna cogliere bene questo ritmo, perché sarà lui a darvi le indicazioni più adatte su dove compiere esattamente lo stacco.
[Leggi anche: La storia del montaggio in 10 sequenze di cinema d'autore]
ISTINTO – La pratica del montaggio, spiega il filmato, è istintiva e individuale, profondamente legata alla maniera in cui vediamo il mondo. Non dimenticate mai che il vostro lavoro è estendere l'empatia, portare dei segnali emotivi allo spettatore. Il lavoro non è solo tagliare e incollare le scene secondo un manuale, quanto costruire, in definitiva, il linguaggio dell'opera su cui state lavorando. Il regista ha scelto le parole, ma sta a voi costruire la frase.
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