Che certi film siano più profondi di quanto possano inizialmente apparire è una cosa che ormai sappiamo tutti, e questo, in verità, altro non fa se non confermare l'imprendibilità del cinema, la sua assoluta ricchezza evocativa. Qui alcuni esempi
Che certi film siano più profondi di quanto possano inizialmente apparire è una cosa che ormai sappiamo tutti, e questo, in verità, altro non fa se non confermare l'imprendibilità del cinema, la sua assoluta ricchezza evocativa.
Prendiamo d'esempio lo spassoso Una pazza giornata di vacanza di John Hughes. Secondo una teoria molto diffusa tra i fan, il vero protagonista del racconto non sarebbe il Ferris di Matthew Broderick, bensì il suo amico Cameron interpretato da Alan Ruck. Tutta la narrazione è incentrata su di lui, sul suo tentativo di affrontare i propri demoni e le proprie paure, e alcuni dicono addirittura che Ferris non sia altro che una sua proiezione mentale, l'io ideale di cui si serve per avere finalmente maggior consapevolezza e coraggio. Una pazza giornata di vacanza, insomma, come autentico coming of age.
Che dire, poi del geniale horror Drag me to Hell di Sam Raimi? Il divertimento più raccapricciante è sempre al centro della scena, ma per alcuni, il tutto sarebbe nient'altro che la metafora di una donna che combatte con devastante ansia i suoi problemi col cibo. Tutte le scene più grafiche hanno a che fare col mangiare, e in una sequenza, vediamo pure una foto della protagonista in versione grassa. L'inferno del titolo, quindi, sarebbe proprio una malattia, un disturbo alimentare che tra le mani di Raimi, si manifesta però in veste demoniaca.
Interessante, poi, è la speculazione che vorrebbe Il mago di Oz (Victor Fleming) come ritratto economico dell'America di fine 19° secolo. Ogni personaggio e cosa che vediamo nel film assume un significato differente: dalla strada fatta di mattonelle gialle (la perenne ricerca dell'oro) allo spaventapasseri (l'industria dell'agricoltura), passando per l'Uomo di Latta (industria del metallo) e il tornado (il trambusto politico).
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Infine, inevitabile citare l'Alien di Ridley Scott, che, secondo diversi studi, sarebbe in verità un film horror sulla violenza sessuale. Dalle penetrazioni sull'addome al celebre mostro che ti risucchia la faccia, passando per l'alieno che deposita le proprie uova nella gola dei poveri malcapitati: sarà proprio questa sensazione allegorica di stupro a rendere il film così potente e suggestivamente inquietante ancora oggi?
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