Rutger Hauer, famoso protagonista del Blade Runner degli anni ottanta, dove interpretava il replicante Roy Batty, liquida il sequel come film inutile di cui non si sentiva la necessità
Intorno a Blade Runner 2049 si sta formando una vera e propria contesa fra gli schieramenti a favore e quelli contro. Ce ne occuperemo ancora in queste "colonne", ma ora è arrivata la dichiarazione da parte di Rutger Hauer e non abbiamo resistito a pubblicarla.
Il nostro è stato intervistato da Hollywood Reporter proprio sulla anzidetta questione. Ebbene sentite cosa ha detto...
"Appare come un grande film, ma ho cercato di capire perché fosse considerato necessario. Penso che se qualcosa è tanto bella, dovresti lasciarla lì e dedicarti a un altro tipo di film. Non appoggiarti al successo che un'opera si è conquistata da sola più di 30 anni fa. In ogni caso, Blade Runner, non era un film sui replicanti, sul significato dell'esistenza umana? Un po' come E.T. Ma non mi pare che fosse questo il tema del secondo Blade Runner. Peraltro non ci sono personaggi importanti e non c'è alcuna ironia, non c'è amore, non c'è anima. Si può considerare come un omaggio all'originale. Ma questo è troppo per me. Sapevo che c'era qualcosa che non funzionava. Ma di certo non conta quello che penso io".
Insomma un Hauer molto rattristato dal secondo Blade Runner. Noi siamo d'accordo con lui. Quando è troppo è troppo. E questo riguarda l'ormai annosa insistenza sui sequel, remake, reboot e quant'altro. Siamo davvero stufi di essere presi in giro dalla produzioni milionarie che ormai contano su saghe e minisaghe, insomma sulla serializzazione delle opere cinematografiche per fidelizzare i clienti... Ci fa venire in mente l'intrattenimento, secondo etimologia del termine, "qualcosa che ti trattiene"... ma c'è anche il cinema che fa pensare.
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