Recensione di “È un Cerchio Imperfetto”: una produzione dell’Italia giovane e intelligente
Recensione di “È un Cerchio Imperfetto”: una produzione dell’Italia giovane e intelligente
Prima sceneggiatura ad approdare al cinema con la firma di Alessia Vegro. Vegro è una giovane e talentuosissima sceneggiatrice e produttrice italiana. Certamente sentiremo tutti parlare di lei perché ha grandi doti artistiche, e questo suo primo lungo cinematografico ne è la testimonianza che catturerà i veri appassionati di settima arte.
Il Cinema italiano non è morto, come sostiene la maggior parte degli osservatori internazionali, e Vegro rappresenta uno dei tanti talenti che i produttori e i distributori nostrani dovrebbero avere il coraggio di lanciare. Basterebbe dare spazio a chi il cinema lo sa fare per davvero, e non alle solite mediocrità da cassetta italiana bocciate in tutti i festival del mondo: Cannes 2016 e 2017 docet!
È vero anche che il compito di promuovere le opere di qualità spetta a tutti noi spettatori che amiamo visceralmente l’arte cinematografica. Il film ha un cast di giovani attori bravissimi: Filippo Gattuso, Andrea Venditti, Fabio Minicillo, Francesco De Francesco, Giorgia Filanti, Vincenzo Caporale e Maria Laura Moraci. La sceneggiatura originale ha la firma della brillante Alessia Vegro. Tutto il resto è da vedere nei Festival dove il lungometraggio sarà proiettato, sperando che presto un distributore perspicace delle talentuosità italiane, ne riconosca la validità e decida di investire sulla bravura più che sul consolidato prodotto di scarso valore artistico cinematografico, e contribuisca a popolare le sale cinematografiche italiane di buon cinema. Intanto però, buona visione con “È un Cerchio Imperfetto”… da vedere nei Festival internazionali e presto nelle sale italiane di cosiddetta nicchia!
Sinossi: Chi è Jane? È la domanda che Theo (Filippo Gattuso) si pone quando la sua coinquilina sparisce improvvisamente nel nulla. Unica traccia del suo passaggio: il diario che ha abbandonato nella sua stanza. Ed è alla lettura di questo che Theo, in cerca del suo posto nel mondo, affida le sue speranze di ritrovarla. Ma più legge, più i ricordi dei momenti trascorsi assieme tornano a fargli compagnia, e più si rende conto di conoscere già la vera identità di quella ragazza provocante e volubile. Una donna che, come lui, sembra provenire direttamente da un'altra realtà.
È un Cerchio Imperfetto è un percorso di formazione fallito, una ricerca del proprio posto nel mondo che non porta all'esito sperato. Amicizia, amore, incapacità di comunicare se non attraverso la tecnologia sono le fila che tengono uniti i protagonisti. Incertezza per il proprio futuro, sensazione che la violenza dilaghi travolgendo ogni gesto quotidiano, desiderio di poter esprimere appieno se stessi sono i cardini di questa storia che fonde il dramma con situazioni grottesche e celebra un ritorno all'ingenuità di tempi passati. Si ride, anche in maniera amara, con Theo, talmente sganciato dalla realtà da non rendersi spesso conto dei suoi comportamenti assurdi e dissociati. I contributi filmati nella piattaforma Second Life, fortemente voluti fin dalla stesura della sceneggiatura, aumentano il senso di estraneità del ragazzo, il suo venire da un mondo altro rispetto a quello cui siamo abituati.
E al contempo portano Theo e Jane in una sfera onirica dove i personaggi si sentono più liberi di essere sé stessi. Il linguaggio filmico scelto, con una macchina quasi costantemente in movimento, che il direttore della fotografia Francesco Ciccone sembra far danzare con i personaggi, riporta alla mancanza di equilibrio e certezze, gettando lo spettatore direttamente negli stati d'animo di Theo, facendogli capire appieno la sconnessione del ragazzo con l'ambiente in cui si trova a vivere. Si ride, ci si rattrista, si teme per la sorte di Jane e ci si affida all'esperienza cinica del barbone Manhattan (Andrea Venditti) senza mai smettere di essere sorpresi.
Premi: MEDff: Best Producer Alessia Vegro Red Croner Film Festival: III classificato come miglior lungometraggio Finalista nella categoria miglior lungometraggio al Toronto International Nollywood Film Festival (ottobre 2017).
Voto della redazione:
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