Stefano Dionisi, Laura Baldi, la produttrice Flavia Parnasi e il regista Angelo Maresca hanno presentato a Roma il film La Madre, tratto dall’omonimo racconto breve del premio Nobel Grazia Deledda, raccontando i motivi di interesse del romanzo
Dopo i riconoscimenti ottenuti per il cortometraggio Clochard, l’attore Angelo Maresca ha deciso di esordire alla regia di un lungometraggio, La Madre, ispirato all'omonimo romanzo di Grazia Deledda. “La Madre nasce dalla mia curiosità per le opere di Grazia Deledda. Mi sono diplomato al liceo scientifico dove la sua letteratura era appena accennata. Qualche anno dopo ero a Nuoro in tournee e visitai la sua casa museo. Così mi sono appassionato e ho letto tutte le sue opere, anche quelle minori. Mentre le altre mi sembravano ormai superate, ne La Madre ho trovato un’attualità sorprendere. L’ho studiata per più di un anno e gli elementi che mi interessavano di più erano il rapporto malato tra la madre e il figlio e il senso di oppressione delle religioni in generale. Quando ero bambino, mia nonna mi ripeteva continuamente ‘Se fai questo è peccato’, da grande ho viaggiato e ho guardato la vita in maniera diversa. Così dopo il cortometraggio, mi sono un po’ montato la testa e ho pensato di fare un film (ride, n.d.r.). I tormenti dei tre protagonisti sono le inquietudini che potrebbero turbare la vita di ogni persona, e il fatto che i personaggi della storia abbiano un retaggio così esasperato non fa altro che rendere la vicenda ancora più forte”.
Il romanzo della Deledda è ambientato all’inizio del Novecento in Sardegna, mentre il film di Maresca è una trasposizione del racconto ai giorni nostri. “Una storia bucolica”, ha osservato Maresca, “avrebbe necessitato di un budget elevato e non mi interessava fare un film in costume. Ho ritenuto che potesse essere più interessante collocare una storia avvenuta nel lontano 1920, in un futuro più prossimo ma non ben definito, vista l’attualità della tematica di cui parla la vicenda, ossia il dilemma del confine tra il bene e il male, nel senso profondamente cristiano. Qual è l’amore puro, quello spirituale e quello della carne? Questi sono i due grossi interrogativi che sembrano inquietare i personaggi della storia, ma forse anche tutti noi”. Il film è stato girato all’Eur, mentre la chiesa è stata riprodotta all’interno del cosiddetto Colosseo Quadrato. “Volevo girare in chiesa delle scene estremamente eccessive e non mi sembrava il caso di farlo in una vera chiesa, anche per una questione di rispetto”. All’incontro di presentazione de La Madre con la stampa, non era presente Carmen Maura, impegnata a teatro. Il regista ha così motivato la sua scelta: “Ho chiamato due attrici italiane che hanno rifiutato il ruolo. Poi devo dire che Carmen Maura ha accettato e mi è andata ancora meglio”. L'ex modella Laura Baldi, alla sua prima esperienza sul grande schermo, ha affermato di voler continuare il suo percorso artistico nel cinema poichè, anche per ragioni di età, ritiene la sua carriera da modella una parentesi conclusa.
La Madre è un film melodrammatico e angosciante che tratta le inquietudini di una madre che vive in maniera ossessiva il rapporto con il figlio prete e la questione del celibato. “Questo è un film che mette a disagio anche me riguardandolo dall’inizio alla fine. La vera malata del film è la madre che è ossessiva come la maggior parte delle madri italiane. Se mia madre non è così, poco ci manca!”. Anche l’attore Stefano Dionisi, presente alla conferenza stampa del film, ha voluto dire la sua. “La fede è importantissima e non può essere paragonata a nessun altra inquietudine laica. Nel film il senso di colpa del protagonista è talmente evidente che non necessita di ulteriori spiegazioni. Ecco perché non ci sono dialoghi ma molti silenzi e simbolismi. Il finale è rimasto aperto fino alla fine perché rispecchiava le inquietudini di Angelo che è un credente praticante”. Il regista ha poi rivelato i suoi punti di riferimento durante le riprese del film durate poco più di quattro settimane. “Per il film mi sono ispirato molto a La decima vittima (1965) di Elio Petri che è attuale ma surreale allo stesso tempo, ma anche alle luci viscontiane di Gruppo di famiglia in un interno (1974).” A conclusione dell’incontro la produttrice Flavia Parnasi ha precisato: “È il quarto film che produco e ho pensato che fosse il momento di investire in qualcosa di diverso dalle solite commedie. Angelo è un uomo appassionato e sono rimasta colpita dal suo progetto. Il film ha avuto un budget di circa 1.250.000 euro e avrà una distribuzione mirata in circa 20 sale perché credo che sia importante proteggerlo”.
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