Feu, ou Avec Amour et Acharnement: Claire Denis sulle lame dei Tindersticks
Feu, ou Avec Amour et Acharnement: Claire Denis sulle lame dei Tindersticks
Feu, ou Avec Amour et Acharnement: Claire Denis sulle lame dei Tindersticks...
Ma i nostri titolatori... vorrei conoscerli... Soprattutto di fronte a un titolo come questo... Già mi immagino la scena: E mo', che titolo ce damo? Non se capisce na mazza da sto titolo francese... troppo lungo e poi questo "accanimento"...
Ma insomma, almeno nei paesi inglesi hanno preso direttamente il titolo dalla principale canzone dei Tindersticks, brano composto appositamente per questo film sull'agonia lacerante di una scelta impossibile: (“Sto scivolando giù per entrambi i lati della lama”), come afferma giustamente The Guardian.
Così il riferimento è chiarissimo anche alla trama, mentre l'incrocio sentimentale (che purtroppo vagamente ricorda un incrocio stradale... ) gioca sulla triangolazione che non è affatto il cuore del film. La Denis non si focalizza minimamente su questo aspetto che poi è di un vissuto del tutto diffuso: chi, infatti, non ha in giro per il mondo o anche più vicino ex amanti che possono tornare dal passato...?
Non a caso una delle frasi chiave del film è proprio: "Il passato ritorna". Questa frase potrebbe anche ingannare poiché si scontra con l'altro aspetto della questione sentimentale, vale a dire il fatto di vivere contemporaneamente due passioni diverse. La protagonista Sara (Juliette Binoche) è legatissima al suo partner Jean (Vincent Lindon), quando ecco riapparire François (Grégoire Colin) che sarebbe di fatto un amore chiuso. Ed invece la sola apparizione sconvolge ogni tipo di controllo della donna, che sprofonda in un abisso, quello metaforico di scivolamento su entrambe le parti di una lama...
La sceneggiatura è coscritta da Denis con l'autrice Christine Angot, probabilmente nell'opera letteraria è proprio questa la parte più controversa del vissuto sentimentale che si vuole trasformare in immagine cinematografica... La Denis lo fa alla sua solita maniera puntando principalmente sui corpi dei protagonisti principali Binoche e Lindon. Più sfumati appaiono invece gli altri personaggi che rimangono di fatto in una zona di secondo piano.
Tantissimi primi piani e primissimi piani che la Denis utilizza per esprimere il più possibile visivamente le passioni, molte delle quali anche suggerite, come il senso di preoccupazione di Jean o lo smarrimento di Sara. Molto diffusa è anche, come in altre opere, l'ambientazione notturna, quella in interni con luci basse e penombra.
Il mondo di Denis è popolato da una umanità che appare quasi sempre travolta dalle passioni che riescono a rimanere sostanzialmente improvvise e fuori controllo; quest'opera ricorda in modo particolare Vendredi Soir (2002), con lo stesso Vincent Lindon che aveva perfino lo stesso nome (Jean); mentre la scrittura ricorda un'altra opera scritta anch'essa con Christine Angot e che guarda caso parlava di amore e per di più ispirandosi a Roland Barthes (Frammenti di un discorso amoroso), Un beau soleil intérieur (2017), anche qui i titolatori italiani colpirono con L'amore secondo Isabelle...
Voto della redazione:
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