Dopo Leos Carax, Jean-Luc Godard, Olivier Assayas, Michael Haneke, Anthony Minghella, Gareth Edwards e Abbas Kiarostami, Juliette Binoche conquista un nuovo fan, ovvero niente di meno che un commosso Quentin Tarantino
È carismatica, bellissima, e soprattutto talentuosissima. Stiamo parlando di Juliette Binoche, che nel corso degli anni è stata la musa di alcuni tra i migliori cineasti del panorama internazionale, da Jean-Luc Godard (Je vous salue, Marie) a Leos Carax (Rosso Sangue, Les amants du Pont-Neuf), passando per Krzysztof Kieślowski (la trilogia dei Tre Colori) e Michael Haneke (Caché, Code inconnu), senza dimenticarsi Hou Hsiao-Hsien (Flight on the Red Balloon), Abbas Kiarostami (Copia conforme) e David Cronenberg (Cosmopolis). A questa lista potrebbe aggiungersi presto anche Quentin Tarantino, che ha dichiarato tutto il suo amore per l'attrice. Infatti, in un'intervista rilasciata ad Indiewire, la Binoche ha raccontato di come l'autore di Pulp Fiction abbia pianto commosso davanti alla sua performance in Godzilla di Gareth Edwards: “Tarantino mi ha detto, 'È stata la prima volta che ho pianto durante un blockbuster in 3D. Mi sono dovuto togliere gli occhiali per asciugare le lacrime'. Io l'ho preso come un complimento”.
Insomma, la Binoche sembrerebbe proprio essersi guadagnata un altro fan, per quanto sia ormai risaputo quanto gran parte di Hollywood la ami alla follia, tanto da averle dato l'Oscar nel '97 per la sua interpretazione in Il paziente inglese di Anthony Minghella.
Quell'anno, contro di lei gareggiava addirittura una diva immortale come Lauren Bacall (che di Oscar non ne ha mai vinti in vita sua), ma questo non ha impedito all'Academy di scegliere lei. Una seconda nomination arrivò poi per Chocolat di Lasse Hallstrom, il quale ha dimostrato ulteriormente come l'attrice sappia destreggiarsi abilmente tra piccole pellicole d'essai e produzioni hollywoodiane, gemme d'autore dal sapore cinefilo e film commerciali per il grande pubblico.
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Prossimamente vedremo la diva in Nobody Wants The Night di Isabel Coixet, pellicola che ha aperto lo scorso Festival di Berlino. Poi, toccherà al dramma 33 di Patricia Riggen, dove affianca un cast prevalentemente ispanico che comprende Antonio Banderas e Rodrigo Santoro. Infine, toccherà addirittura a una produzione italiana, L'attesa dell'esordiente Piero Messina, dove la nostra veste i panni di una madre che fa la conoscenza della fidanzata del figlio in una villa siciliana.
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