Come è rappresentata la promiscuità sessuale al cinema? Brevi considerazioni e cinque titoli
Qualche giorno fa sul quotidiano inglese The Guardian è apparso un articolo incentrato sulla rappresentazione della sessualità femminile nel cinema. In particolare gli studi che riguardano le narrazioni cinematografiche ci insegnano che la donna ha avuto sempre il ruolo di figura castrante per l’uomo. La donna fallica è passata attraverso varie tipologie: femme fatale o eroina del male, comunque finivano sempre con l’essere sconfitte o uccise da un personaggio maschile o patriarcale. Pensate al noir americano degli anni trenta e quaranta in cui la donna era l’identità del Male in persona, che metteva in subbuglio la vita del protagonista maschile ecc. ecc. Per farla breve in questi giorni si parla molto del film di Judd Apatow con Amy Schumer, Trainwreck, in cui la promiscuità della protagonista rientrerebbe in una più comune storia romantica. Per l'autore dell'articolo, Ryan Gilbey, il film di Apatow non rappresenta un passo avanti per l'emancipazione femminile.
A pensarci bene, il punto di vista femminile affiora raramente nella storia del cinema, quando lo fa è subito disturbante. Pensiamo a un paio di film più recenti: In the cut di Jane Campion e Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. In entrambi affiora chiaramente, attraverso lo sguardo attribuito al personaggio femminile e un dialogo, quello che passa veramente in testa alla donna. Se ci pensate non è che succeda tanto spesso…
Andando ancora ad approfondire ed estremizzare il discorso, tutto questo vale anche per il personaggio maschile la cui promiscuità raramente è accettata. Certo al confronto i fedifraghi maschi sono degli angeli delle corrisptettive femmine però…
Ma quali sono i film in cui vediamo rappresentata una forma di promiscuità senza che poi sia colpevolizzata in modo greve?
Ecco una breve lista:
1. Shame di Steve McQueen del 2012. In questo caso il protagonista maschile è rappresentato come un drogato del sesso, e la sua condizione appare nella sua più autentica drammaticità senza tanti fronzoli.
2. Nighthawks del 1978 fa parte della storia del cinema gay. In quel caso la storia di un adulto maschio che cerca ragazzi nei bar e club omosessuali non dovrebbe stupirci se assimilabile a un vero e proprio lavoro di ricerca dell’amore.
3. In The Cut, che abbiamo già citato, rientra in questa breve lista, e dovremmo considerarlo un vero e proprio unicum in quanto non capita di frequente in un film di vedere sviscerata la dimensione voyeuristica di una donna.
4. Crash di David Cronenberg, non poteva mancare anche solo per il fatto che si allude a una promiscuità non solo con il corpo di altri esseri umani, ma di più organismi fatti di carne e lamiere delle automobili.
5. Sex: The Annabel Chong Story. In questo documentario la pornostar Annabelle Chong tenta di arrivare al record di fare sesso con ben 251 uomini in sole 10 ore. Se non è promiscuità questa…
[Leggi anche: Diritto al capezzolo libero, "Free the nipple" di Lina Esco]
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