Da "Via col Vento" a "Eyes Wide Shut": Quando la versione cinematografica è superiore al modello letterario
Il libro è meglio del film. Difficile scardinare certi luoghi comuni secondo cui la carta vanterebbe uno statuto davanti a cui il cinema non può nulla. Ma chi il cinema lo conosce – o ancor meglio – lo fa, sa benissimo che dietro un’affermazione del genere può celarsi il mondo. A prescindere da chi abbia creato la storia, quella cinematografica resta sempre una trasposizione: un modo diverso per raccontare ciò che lo scrittore aveva deciso di stampare su carta e che a volte può persino essere più efficace.
Ecco quali sono per noi i 5 film migliori del libro da cui sono stati trasposti:
Via col Vento (1939)
Se nel romanzo di Margaret Mitchell Rossella O’Hara era una metafora della forza del Sud, ma anche dell’America stessa, nel film diventa mito. Epurato, a tratti stravolto sì, il romanzo – nelle mani del produttore David O. Selznick – perde quei forti connotati politici che l’avevano contraddistinto per diventare una delle più grandi epopee cinematografiche mai viste.
Il conformista (1970)
Bertolucci esplora e va oltre il classico di Moravia senza mai tradire, tuttavia, il suo spirito di fondo. Il grande merito del regista è stato quello di caratterizzare i personaggi con la sua tipica passionalità sanguigna e di fare del “conformista” un tipo umano al di là di ogni tempo storico.
Shining (1980)
Una delle tante leggende che aleggiano attorno alla produzione di Shining vuole che Kubrick telefonasse a Stephen King nel cuore della notte domandandogli se credesse o meno in Dio. Questioni religiose a parte, è noto che – pur partendo da simili premesse – le due opere divergono sotto molti punti di vista. Kubrick non si accontenta di fare del suo film una semplice storia di fantasmi, ma punta a svelare alcuni tra gli aspetti più cupi dell’animo umano. King ha sempre rifiutato la versione di Kubrick.
I 10 titoli di testa più belli della storia del cinema
Forrest Gump (1994)
Probabilmente sono pochi a sapere che il cult di Robert Zemeckis è in realtà la trasposizione di un romanzo dello scrittore americano Winston Groom datato 1986. A differenza del libro, in cui è posto un certo accento sulla malattia mentale del protagonista con dei risvolti, il film omette alcuni particolari rendendo Forrest un personaggio naïf ma per niente controverso.
Eyes Wide Shut (1999)
Ispirato alla novella Doppio Sogno di Arthur Schnitzler, l’ultimo film di Kubrick prende decine di strade diverse che, contemporaneamente, si allontanano dall’opera originale. Tuttavia qualcosa dello spirito di fondo del racconto resta, un’anima crepuscolare e perennemente emblematica da ricercare nel perturbante titolo originale dell’opera dell’autore viennese, Traumnovelle ("racconto di sogno").
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