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Autore Redazione :: 18 Ottobre 2015

Ci lascia a 91 anni il grande Morando Morandini, un autentico maestro per molte generazioni di critici, responsabile, tra gli altri, dei mitici dizionari diventati dei bestseller a partire dal 1999

Morando Morandini

Lutto nel mondo della critica cinematografica: ci lascia, a 91 anni, un maestro assoluto per molte generazioni, Morando Morandini, la cui firma ha attraversato le più disparate pubblicazioni, da La notte (dal 1952 al '61) a Il Giorno (dal '65 al al '98), passando per FilmTv e Duellanti. Anche il pubblico meno cinefilo, probabilmente lo conosce per i mitici dizionari che ha iniziato a pubblicare dal 1999, e che quest'anno è ormai giunto alla 17a edizione: uno dei regali più ambiti da chiunque intenda avere una guida alle proprie visioni senza necessariamente ricorrere a IMDb, e che di stagione in stagione si è confermato un bestseller.

Tra le sue altre pubblicazioni, la Storia del cinema edita da Garzanti, curata con altri due rinomati critici come Goffredo Fofi e Gianni Volpi, e la semi-autobiografia Non sono che un critico, con cui ha dispensato preziosi consigli a chiunque intenda affrontare questo intricato e a suo modo bizzarro mestiere. Ovviamente, come ogni decano, nel corso della sua carriera ha collaborato o fondato diversi imprescindibili eventi, a iniziare dal Bellaria Film Festival. Di più: il critico fu addirittura chiamato da Bernardo Bertolucci per recitare in Prima della rivoluzione, opera del 1964.

[Leggi anche: La critica cinematografica nell'era digitale secondo David Cronenberg e altri]

Insomma, oltre 60 anni di gloriosa carriera per un giornalista cresciuto quando a Hollywood c'erano ancora Gary Cooper e Bette Davis, e scomparso oggi all'epoca di Jennifer Lawrence e Robert Downey Jr. Per celebrare la vita del maestro, noi consigliamo la visione di Morando Morandini non sono che un critico, documentario realizzato da Tonino Curagi e Anna Gorio nel 1999 e prodotto dal settore cultura della Provincia di Milano. Diceva l'uomo sul proprio mestiere: “Esistono due modi per diffondere la luce: o essere la candela o essere lo specchio che la riflette. Gli autori sono la candela, i critici lo specchio”.

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