David Cronenberg e altre importanti personalità svelano i loro pensieri sul panorama dell'attuale critica cinematografica. Ad emergere è il diminuire della sua importanza ed autorità per colpa dei social network come Facebook o Twitter
Che il ruolo del critico cinematografico stia perdendo autorità ed importanza è storia vecchia almeno dai tempi di Truffaut, ma è certo che con l'andare degli anni le cose non sono affatto migliorate. Anzi, i detrattori si sono praticamente moltiplicati, a iniziare dal grande David Cronenberg, autore di capolavori come La mosca, Videodrome, Scanners, e recentemente passato nelle nostre sale col suo ultimo film, Maps to the Stars. Il cineasta dà la colpa al proliferare di social: “Ci sono queste persone che affermano di essere dei critici, poi leggi ciò che hanno scritto e non sanno scrivere, o magari sanno scrivere e ciò che scrivono rivela che sono parecchio stupidi e ignoranti. Ci sono firme buone che non sarebbero mai emerse prima ma che ora ce l'hanno fatta, e quella è l'altra faccia della medaglia. Ma credo significhi che i critici effettivi siano stati annacquati” - ha rivelato Cronenberg in una recente intervista con il Canadian Press.
Il critico Richard Crouse incolpa invece la troppa pluralità di voci emerse tramite Twitter o Facebook: “C'è molto più rumore sui film là fuori, in termini di parole, rispetto a 30 o 40 anni fa, dove c'erano solo una manciata di persone ma con cui potevi costruirti una rapporto. Anche se non eri d'accordo con loro, li leggevi e poi andavi per la tua strada prendendo i loro consigli. Oggi è molto diverso, la gente va sui blog e su Twitter e così via e si fanno le loro opinioni lì”. Prosegue Jesse Wente, uno dei programmatori del Toronto Film Fest: “Quando ero un critico almeno avevo il privilegio di qualche tempo di riflessione prima di diffondere le mie idee e le mie recensioni al resto del mondo. Penso che Twitter, Facebook e l'era digitale significhino più richiesta di reagire istantaneamente alle cose senza avere il tempo di una riflessione profonda”.
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Insomma, che questo sia il panorama della critica nell'era dei social network? Considerando che diversi uffici stampa siano ormai più interessati ai tuoi indirizzi Twitter piuttosto che ai link delle recensioni, molto probabilmente sì. Se, infatti, per la recensione effettiva di un critico, soprattutto cartaceo, è necessario attendere i tempi di pubblicazione, sui social i giudizi sono immediati, ed è facile farsi un'idea sull'accoglienza di una pellicola già dopo pochissimi minuti dalla sua proiezione. È un bene o un male?
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