Ritratto di Alessandro Tavola
Autore Alessandro Tavola :: 22 Aprile 2015
Locandina di Samba

Recensione di Samba di Olivier Nakache e Eric Toledano con Omar Sy, Charlotte Gainsbourg e Tahar Rahim: tra amore e immigrazione, una commedia leggera e per niente edulcorante, ma solo parzialmente riuscita

I registi di Quasi amici Olivier Nakache e Eric Toledano con Samba dirigono nuovamente Omar Sy, accompagnato da Charlotte Gainsbourg e Tahar Rahim in una commedia dallo sfondo sociale piacevolmente leggera quanto inconcludente.

Seguiamo la vicenda di Samba, un immigrato senegalese alla ricerca del visto revocato nella Parigi odierna. Diventato clandestino, attorno a lui figure del sottobosco urbano, in cui nessuno è del tutto sano ed ognuno (a prescindere da età, provenienza e ceto sociale) ha la propria freakness. I due autori vanno alla ricerca di un anello di congiunzione tra la serietà del contesto e le necessità comiche, ma non hanno in mano alcuna ricetta perfetta. L’umorismo è onnipresente: dai problemi linguistici dell’ufficio immigrazione alle difficoltà lavorative, dagli imbarazzi amorosi a scene totalmente svagate come quella della festa.

La scrittura popola il film di personaggi in questo funzionali e funzionanti: l’assistente sociale tutta d’un pezzo e quella impacciata, anziane allucinate, immigrati sgamati (il Tahar Rahim de Il profeta, con tanto di balletto sexy a decine di metri d’altezza fuori da un grattacielo), ed un protagonista capace di essere qualcosa di più che una sventolata di buonismo. I registi non risparmiano nemmeno il dramma: la clandestinità, la rottura familiare, le botte, lo sfruttamento, un tradimento, una morte accidentale.

[Leggi anche: La recensione di Gemma Bovery di Anne Fontaine]

Ma Olivier Nakache e Eric Toledano, capaci di collezionare i giusti personaggi e far scarrellare le diverse situazioni, non riescono a tener sotto tiro la vicenda, che finisce con l’apparire secondaria e poco approfondita. Un sostegno alle gag che funziona fin quando non sono queste a suggerire la mancanza di direzione del film. I registi non trovano il giusto crescendo e si ride, all’inizio come alla fine, allo stesso modo e nella stessa misura: nessuna evoluzione dei personaggi e, conseguentemente, nessuna possibilità di infatuarsi di loro, del loro mondo, del film.

[Leggi anche: La recensione di Nymphomaniac versione integrale di Lars von Trier]

Samba rimane così frammentario, leggero e perfettamente godibile nei suoi siparietti, capace di contenerli ma non di orchestrarli, dissipando così molto del suo potenziale.

Trailer di Samba

Voto della redazione: 

2

Facebook Comments Box

Per condividere o scaricare questo video: TV Animalista