Il cinema di David Lynch è stato profondamente ispirato dai grandi capolavori della pittura: un video saggio mostra la continua corrispondenza tra scene pittoriche e cinematografiche
Il cinema di David Lynch è stato profondamente ispirato dai grandi capolavori della pittura: un video saggio mostra la continua corrispondenza tra scene pittoriche e cinematografiche.
Si tratta, invero, di una corrispondenza continua. Si inizia parlando di surrealismo, ed era abbastanza prevedibile. E si fa riferimento a René Magritte, al suo quadro "Meditation": a quelle strane creature, sono una sorta di candele viventi nel dipinto, mentre in Eraserhead diventano quasi delle forme di vermi che cadono e rotolano...
Si passa poi alla pittura espressionista di Francis Bacon. Guardate l'autoritratto del 1969 e Elephant Man: non sono proprio uguali? E di Francis Bacon Lynch rivela di esser stato colpito da "Figura seduta" del 1961, che è diventata la stanza rossa in Twin Peaks. Ancora Bacon ritorna nell'ultimo Twin Peaks: The Return con "Ritratto di un uomo" del 1937.
Naturalmente non mancano le influenze da Edward Hopper e Arnold Böcklin ("L'isola dei morti", 1880). Hopper, che si vedeva nella prima sequenza di Velluto Blu, ritorna in modo prepotente in molte scene di Twin Peaks: The Return, 2017 ("Gas", 1940, "Sera d'estate", 1947 e "New York Movie", 1939).
Infine Lynch riflette sul fatto che esista una relazione tra una foto, una scena e lo spettatore che la vive e la elabora secondo la propria individualità. Così ogni scena, anche se oggettivamente è la stessa, può diventare mille altre cose a seconda della relazione con lo spettatore.
Buona visione!
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