Aveva 79 anni il regista de "I diamanti della notte", voce libera e di dissenso durante il regime comunista
Il regista Jan Nemec, uno degli esponenti della New Wave cecoslovacca, è morto ieri. A riferirlo è stata la televisione ceca citando la moglie del cineasta senza però fornire maggiori informazioni circa le cause della morte.
Nemec era nato a Praga nel 1936 e avrebbe quindi compiuto ottant’anni il prossimo luglio. Nella sua città aveva intrapreso gli studi e aveva mosso i primi passi nel mondo del cinema a partire dagli anni Sessanta. Insieme a Milos Forman il regista entrò a far parte di quella nuova corrente – chiamata appunto nová vlna – che era una risposta artistica alla politica del regime comunista e al cinema di propaganda degli anni Cinquanta.
Il suo debutto risale al 1964 quando con I diamanti della notte raccontò la paura e la fuga con la storia di due ragazzini ebrei che evadono dal treno che li sta trasportando in un campo di concentramento. Con questa pellicola Nemec riuscì a farsi notare a livello internazionale e nel 1966 uscì il suo secondo lungometraggio, La festa degli ospiti, film che fu censurato dal regime comunista per i suoi toni satirici ed allegorici che descrivevano la società in cui è negato il dissenso. Si racconta infatti di un gruppo di persone che, recandosi ad una festa, vengono sequestrate senza nessun motivo da degli sconosciuti che li costringono ad assistere ad un loro processo fittizio in cui i loro personaggi – innocenti – finiscono per dichiararsi colpevoli. Nel 1968 arriva il momento del documentario e della goccia che fa traboccare il vaso: con Oratorio for Prague, in cui si racconta l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, Nemec è infatti bandito dal suo paese e costretto ad andarsene da Praga. Cominciò così la sua peregrinazione europea che lo vide prima trascorrere un periodo in Francia – dove girerà La scollatura sulla schiena e un medio metraggio tratto da La metamorfosi di Kafka – poi in Germania. Si trasferì per dodici anni negli Stati Uniti dove riprese l’attività e raggiunse una maggiore visibilità.
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Dopo il crollo del Muro, nel 1989, fece ritorno nella sua terra, dove nel 2001 girò Nel fuoco degli ardori regali. Negli ultimi mesi della sua vita aveva lavorato a The Wolf Of Royal Vineyard Street, commedia che molto probabilmente riuscirà ad arrivare nel cinema nel 2017, a conferma che chi si occupa di arte è un po' come se continuasse a vivere grazie alle sue opere.
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