Stellan Skarsgård ci ha rivelato diversi aneddoti del set di In Order of Disappearance e ha raccontato di quella volta che il suo agente mentì a Tarantino per fargli ottenere la parte di Christoph Waltz in Bastardi Senza Gloria
L’attore svedese Stellan Skarsgård è stato una delle star più attese della Berlinale di quest’anno, non soltanto per la presentazione del chiacchieratissimo Nymphomaniac ma anche per il film in concorso In Order of Disappearance. La pellicola, diretta dal regista norvegese Hans Petter Moland, è una dark comedy ad ambientazione nordica che omaggia i revenge movies di Kitano e Tarantino avvalendosi di un cast di eccezione che può contare, oltre alla presenza di Stellan Skarsgård, la partecipazione di Bruno Ganz. Stellan Skarsgård, 62, è l’attore più rappresentativo del Nord Europa poiché si è notoriamente distinto per aver scelto di interpretare personaggi estremi, provocatori e passionali senza mai cedere ai diktat delle grandi produzioni. Abbiamo intervistato Stellan Skarsgård in occasione della presentazione di In Order of Disappearance. Non ha potuto rivelarci nulla su Nymphomaniac ma si è mostrato molto aperto al dialogo, svelandoci dei suoi piccoli segreti e trattando argomenti che vanno anche al di là del cinema.
Cosa ha apprezzato di questa sceneggiatura?
Ho scelto di fare questo film per il piacere di lavorare nuovamente con Moland. Leggendo la sceneggiatura non ho realmente capito che tipo di film sarebbe stato. Lo script era frammentario e alludeva a qualsiasi tipo di genere cinematografico. Qualcosa mi diceva che dovevo fidarmi di lui e l’ho fatto. Poi ho amato il personaggio che interpretavo per le sue difficoltà comunicative. Nils (il protagonista del film, n.d.r.) è totalmente incapace di esprimere la sua rabbia, il suo dolore, non riesce neanche a comunicare con sua moglie e sembra non possedere dei mezzi sufficienti per affrontare questa situazione. Per me è stato molto interessante interpretare il ruolo di un uomo che non riesce a rivelare le proprie emozioni. Non essendoci molti dialoghi mi sono dovuto fidare completamente dell’abilità e del gusto del regista per le giuste inquadrature del mio volto.
Che genere di film le piace girare?
In realtà non mi preoccupo particolarmente del genere perché sono consapevole che i bravi registi possono giocare con i vari generi. L’importante è non essere schiacciati dalla pressione che un particolare genere di film può portare con sé e fare in modo che il genere non prevalga sulla sostanza delle pellicole. Il genere di questo film non è facilmente classificabile. Girare delle scene di azione non è poi così divertente come si potrebbe pensare perché si girano in tutto dieci secondi e poi si deve aspettare che la troupe prepari la scena del crimine e che poi la ripulisca dal sangue (ride, n.d.r.).
Com’è stato lavorare con Bruno Ganz?
Ho lavorato con una miriade di attori, dai più sconosciuti ai più celebri. Naturalmente adoro lavorare con dei talenti come Bruno. E’ un attore che ho sempre amato.
Le piacerebbe lavorare con Quentin Tarantino?
Certo! Mi piacerebbe moltissimo. Il mio agente voleva a tutti i costi farmi prendere la parte di Christoph Waltz in Bastardi Senza Gloria. Mi chiamò e mi disse: “Ho detto a Tarantino che sei un attore tedesco.” E io gli dissi: “Ma come hai potuto?”. E lui mi rispose: “Zitto, che tanto non capirebbe mai la differenza!”. Non sono stato scelto quindi credo che l’abbia capita (ride, n.d.r.).
Si è molto divertito quando ha scoperto che tipo di film stava venendo fuori?
Non c’è stato un momento in cui io abbia veramente capito cosa stava succedendo. Solo adesso posso dire di aver capito (ride, n.d.r.). Non sapevo come sarebbe riuscito a mettere insieme tutte quelle stranezze. Credo che alla fine Moland abbia creato un universo cinematografico che funziona. A prescindere, mi diverto sempre molto sul set.
È spesso protagonista di film estremamente violenti come questo. tiene il suo fisico allenato?
Vorrei poter rispondere di si ma non sono affatto un tipo da palestra. Non sono uno sportivo, sono piuttosto pigro. Amo stare davanti al camino e leggere un bel libro. Per questo film abbiamo dovuto girare mentre nevicava ed è stato terribile. Faceva un freddo cane, eravamo a -30 gradi. In certe scene è evidente che non eravamo neanche in grado di muovere il viso per il freddo. In certe condizioni non avverti neanche più il freddo, i brividi ma solo dolore.
Si è mai vendicato personalmente di un torto subito?
No, non sono una persona violenta ma capisco perfettamente che se qualcuno fa del male ai tuoi cari, puoi provare il desiderio di fargliela pagare. Credo che siamo tutti capaci di provare questo desiderio di rivalsa. La cosa più importante, per quanto mi riguarda, è che nessuno perda di vista la propria umanità.
Secondo lei questo film tra le righe si prenda gioco della realtà scandinava?
Io credo che il film inquadri molto bene la realtà dell’immigrazione a livello internazionale. Non abbiamo pensato di soffermarci sulla rappresentazione della Scandinavia anche perché nonostante Finlandesi, Svedesi e Norvegesi si capiscano abbastanza bene tra loro, non sono poche le differenze tra questi popoli.
C’è una battuta formidabile nel film quando uno dei due scagnozzi di Ganz dice all’altro “Che ci vuoi fare, o il sole o il welfare”. Lei cosa ne pensa?
Io ho scelto di vivere in Svezia perché nonostante le tasse siano alte, il sistema educativo e sanitario sono buoni. Penso che dopo le guerre grazie al piano Marshall siamo riusciti a creare un sistema unico nella storia dell’umanità come il welfare state. È stato l’antidoto ideale al fascismo e al comunismo, evitando che le persone si rifugiassero negli estremismi. Per sessant’anni siamo riusciti a mantenere un’Europa pacifica ma ora con la crisi economica siamo nuovamente in pericolo. Per fare un esempio le parole di Marine Le Pen in Francia mi fanno orrore. Credo che i partiti social democratici occidentali debbano uscire da quel congelatore in cui si sono rinchiusi dagli anni Novanta e debbano concentrarsi sulla loro evoluzione e porre un freno al capitalismo.
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